Youtuber e P. Iva. Nel nostro Paese? Cerchiamo di comprendere meglio quali siano effettivamente le regole a cui doversi attenere, nel caso si debbano andare a dichiarare proventi riguardanti l’attività svolta su YouTube. Il Fisco italiano detta precide indicazioni a tal riguardo. Con la nostra breve guida, andremo a fare un po’ di chiarezza in merito.
Guadagnare on line e rapporti con il Fisco italiano
Ormai le professioni emergenti degli ultimi tempi, vedono in costante crescita affacciarsi sul mondo del lavoro youtuber, blogger, o influencer. Ma tali attività come si raffrontano con il Fisco quando è il momento di andare a regolarizzare la propria posizione lavorativa? Bisogna prestare particolarmente attenzione a questo aspetto fiscale, in cui ad oggi non sono ancora presenti delle normative, che siano state appositamente formulate. Ecco quindi che si potrebbe incappare in facili errori, correndo il rischio poi di andare incontro a pesanti sanzioni.
Anche se troviamo essere disponibili delle indicazioni di massima a tal riguardo, in ambito fiscale, è bene ricordare sempre che per ogni situazione, ci sono tutta una serie di dettagli da tenere da conto. Sarà sempre fondamentale avvalersi del supporto di un commercialista, che risulti essere davvero esperto in materia. Di contro provvedere ad informarsi adeguatamente prima ancora di intraprendere l’attività di youtuber, potrebbe in ogni caso andare ad evitare spiacevoli sorprese.
Ecco come si guadagna su YouTube
Tra le professioni emergenti non poteva non essere inclusa quella dello youtuber. Si tratta a tutti gli effetti di un’attività lavorativa, che se svolta con competenze e professionalità, può arrivare a toccare un folto pubblico, con relativi ottimi introiti. Tale aspetto è fondamentale per la riuscita di tale questo lavoro. In caso contrario ecco che i guadagni che possono scaturire da tale attività professionale, non saranno abbastanza sufficienti per coprire le spese minime d’impresa. Altra nota dolente da dover considerare, sarà la parte da riservarsi al Fisco, che dovrà sempre essere frutto dell’attività svolta, sulla famosa piattaforma digitale.
Come fare business con YouTube
I cosiddetti youtubers godono di un canale a loro riservato, sulla piattaforma digitale. Proprio in tale contesto si potrà avanzare la richiesta di essere riconosciuti come partner, dal famoso canale digitale. Ecco quindi che risultano essere fondamentali i followers acquisiti nel tempo, le visualizzazioni, i video caricati e gli iscritti al proprio canale.
Una volta che si sarà provveduto all’iscrizione collocando il proprio account Google AdSense, si potrà iniziare a guadagnare attraverso le inserzioni pubblicitarie, sul proprio canale. Per far lievitare i propri guadagni con la pubblicità sul proprio canale, si potranno seguire 3 strade:
- Andare ad utilizzare video mirati del proprio canale, per pubblicizzare i servizi offerti.
- Iniziare a fare pubblicità a terzi, ad esempio a prodotti che verranno poi offerti da aziende o privati, come remunerazione.
- È possibile inoltre andare ad inserire della pubblicità attraverso AdSense all’interno dei video personali.
Ogni scelta di fare business, ovviamente non preclude l’altra, anche se è da tenere presente che il comune denominatore sarà in ogni caso avere un buon numero di iscritti e visualizzazioni.
Codice Ateco da definire, e non solo
In questo caso nel momento in cui si deve aprire una Partita Iva, ecco che scatta la domanda su quale codice Ateco scegliere. In tale contesto quelli più attinenti potrebbero essere 2:
- 73.11.02 con riferimento alla conduzione di campagne di marketing e altri servizi pubblicitari.
- 73.12.00 che tratta di attività svolta nelle concessionarie pubblicitarie.
Il nodo da sciogliere in ogni caso sarà comunque quello di portare avanti la professione di youtuber, andando ad aprire o meno una partita Iva. Infatti si potrà anche andare a creare una società di persone o di capitali, quando si vadano a creare le condizioni ottimali per poterlo fare.
Ciò che maggiormente scoraggio l’apertura della Partita Iva, sono i costi fissi conseguenti, e i contributi del regime previdenziale dell’Inps. Sarà sempre buona regola farsi seguire da un professionista, onde evitare di incappare su percorsi impervi, e poco redditizi.