Impennata delle esportazioni negli Usa. La Svizzera un Currency Manipulator? Al via le indagini.
Impennata delle esportazioni svizzere negli USA nel 2019. Lo stato alpino ha registrato un aumento delle esportazioni in America per un totale di 26,7 miliardi Usd di esportazioni nette, 44,6 miliardi di esportazioni lorde. Dati che hanno insospettito il governo americano, tanto da aprire le indagini. Che la Svizzera sia un Currency Manipulator?
Dati economi non preoccupanti, considerando la globalità mastodontica dell’economia USA, eppure Donald Trump ha avviato un’indagine per capire se la piccola Svizzera possa essere definita Currency Manipulator (manipolatore del tasso di cambio).
Secondo il governo Trump, la BNS Banca Nazionale Svizzera, starebbe operando attivamente per mantenere il cambio debole e, di conseguenza, favorire le esportazioni.
Thomas Jordan: “Il Franco è un bene rifugio e deve essere monitorato”
Thomas Jordan, governatore della BNS, ha più volte rimarcato la necessità di un intervento per tutelare il paese dei cantoni da un eccessivo rafforzamento del cambio, dovuto alla storica neutralità svizzera, che rende il Franco un “bene rifugio” contro le tensioni internazionali.
In questo scenario, le crisi USA – Iran e CoronaVirus non sono state certo d’aiuto: hanno rafforzato incredibilmente il Franco, che ha segnato un +2,7% contro l’Euro.
La Svizzera rischia l’embargo?
Se a seguito delle indagini americane, la Svizzera venisse giudicata “manipolatore del cambio”, Washington potrebbe decidere di adottare contromisure commerciali come l’embargo. Misure estreme, certo, che causerebbero anche agli stessi Stati Uniti diversi problemi: la maggior parte delle esportazioni Svizzere negli USA, infatti, è costituita da prodotti biomedicali non immediatamente sostituibili.