Lo stage, anche detto tirocinio, rappresenta un percorso formativo che dà la possibilità di imparare un lavoro, o meglio la sue basi, grazie all’esperienza sul campo. Il dubbio che sorge ogni qual volta si parla del tema è se questa “gavetta” debba essere retribuita oppure è gratuita. Quando una persona inizia una periodo di tirocinio, si sta formando in azienda, presso uno studio o ente, on the job. Così non fa parte di una rapporto lavorativo vero e proprio e per questa ragione non deve firmare nessun tipo di contratto di lavoro. Ecco che lo stage serve ad aiutare il singolo a orientarsi e a inserirsi all’interno del mondo del lavoro. L’azienda – o altra sede – aiuterà il tirocinante a capire quali sono i settori in cui è più efficiente in base alle sue attitudini personali.
Uno stage consente di aumentare le conoscenze di una persone, oppure mettere in pratica determinate attività o concetti imparati durante la teoria. Facendo questa esperienza che affaccia al mondo del lavoro, una persona aumenta le competenze personali e arricchisce anche il suo curriculum. Ecco che così avrà maggiore possibilità di essere inserito – o reinserito – in un dato ambiente.
Stage: non è un rapporto di lavoro
Quando una persona decide di intraprendere un periodo come tirocinante, tra le prime cose che si domanda è se questo verrà o meno pagato. Se da un lato è importante acquisire determinate skills a livello pratico, molti hanno bisogno di farsi due conti in tasca e capire se ci possa essere o meno un rimborso spese. Se esiste, è bene sapere a quanto ammonta il suo valore. Come prima cosa quindi bisogna dire che lo stage non corrisponde a un rapporto di lavoro. Ecco che il tirocinante non avrà un vero e proprio datore di lavoro e si troverà davanti tre diverse figure:
- lo stagista;
- l’ente promotore;
- il soggetto ospitante.
Nel momento in cui non esiste una prestazione lavorativa vera e propria, lo stagista non avrà nessun tipo di retribuzione formale. Avrà però la possibilità di firmare un contratto che specifica la presenza dei tre soggetti sopra elencati e che talvolta presuppone un compenso. Ci sono addirittura certe circostanze dove lo stage deve essere pagato obbligatoriamente, ma non è sempre così.
Stage lavorativo: le varie tipologie
A livello legislativo non esistono un limite massimo d’età entro il quale una persona deve richiedere lo stage. Capita spesso infatti che qualcuno, dopo aver perso il lavoro, si ritrovi a chiedere la disoccupazione e, nel frattempo, cerca di rientrare nel mondo del lavoro con un tirocinio. Quando si parla di questo tipo di “gavetta”, in realtà si fa riferimento a diverse tipologie che cambiano a seconda della finalità dell’esperienza. Nello specifico in Italia ci sono:
- tirocinio extracurricolare, anche detto formativo, che si effettua in azienda e si rivolge solitamente a neo laureati o diplomati. In questo caso è obbligatoria una convenzione tra il soggetto ospitante e l’ente che lo promuove. Sia l’azienda che lo stagista, in questo caso, dovranno attenersi a un progetto formativo mirato.
- tirocinio curricolare è un’esperienza formativa che fa uno studente in una struttura convenzionata, azienda o ente che sia.
- tirocinio professionale serve per chi ha bisogno di svolgere obbligatoriamente un periodo di pratica, prima di sostenere l’esame di Stato e iscriversi a un albo professionale.
Siccome le tipologie di stage sono diverse, avranno anche dei compensi diversi, che può anche essere un rimborso spese minimo.