Ritenute d’acconto: cosa sono e chi riguardano

Le ritenute d'acconto è una tipologia di riscossione delle tasse, versata dal cliente che può essere applicata in determinate categorie. Scopriamone le caratteristiche principali.
ritenute d'acconto
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Ritenute d’acconto pongono il cliente nella posizione di “sostituto d’imposta” che andrà a provvedere per nostro conto, al versamento dell’IRPEF. Il meccanismo si determina dal trattenersi una percentuale sul compenso che ci deve, andando a versare tale somma al Fisco, per nostro conto. Approfondiamo l’utilizzo di tale tipologia di riscossione dei tributi, e il suo meccanismo di base.

Cosa s’intende con il termine ritenute d’acconto

Per meglio comprendere di cosa si stia parlando è bene specificare che vi sono 2 tipologie di ritenute d’acconto. Troviamo quella a titolo di acconto e la ritenuta a titolo di imposta.  Con la prima tipologia si assiste ad una ritenuta pari al 20% da colui che riceve, mentre nel secondo caso sull’importo totale si deve versare solo il 20%.

La prima situazione in cui si ha una fattura di € 1.000 di un soggetto avente partita IVA, questi percepirà in realtà € 800. I restanti € 200 andranno considerati come l’anticipazione sulle imposte che su quei € 1.000 si è dovuti a versare.

Nella seconda eventualità invece in merito alla somma sul totale si andrà a versare solamente il 20% ai fini della tassazione vigente. Pertanto ecco che le ritenute d’acconto vedono il loro utilizzo principalmente in quelle situazioni professionali in cui entrano in gioco le figure occasionali. Ciò a vantaggio del datore di lavoro.

Avendo a disposizione diverse tipologie di tale documento, è possibile quindi andare a giustificare a livello fiscale e tributario diverse attività come ad esempio una consulenza, una vendita o un acquisto.

Il versamento delle ritenute: modalità e tempi

Per provvedere alla liquidazione delle tasse dovute, il sostituto Il sostituto d’imposta dovrà provvedere al versamento delle somme dovute generalmente entro e non oltre il giorno 16 del mese successivo, a quello dell’avvenuto pagamento. Il pagamento potrà essere effettuato a mezzo del modello F24, prendendo a riferimento il codice tributo 1040. Tale codice è da ritrovarsi nella sezione erario. Sarà necessario inserire il mese e l’anno il cui il tributo si paga.

Inoltre entro la data del 28 febbraio dell’anno successivo, sarà necessario provvedere all’inoltro ad ogni lavoratore autonomo per cui nell’anno precedente siano state versate le corrispondenti ritenute d’acconto, la relativa documentazione. Si tratta di una specifica certificazione sottoscritta e firmata con la quale si viene ad indicare l’avvenuto pagamento dei compensi, con le relative trattenute operate.

Per i liberi professionisti si tratta a tal riguardo di documentazioni di estrema importanza. Infatti tali documentazioni saranno presenti nella personale dichiarazione dei redditi, definendo il cumulo delle imposte già versate da altri, per loro conto.

Ritenute anche sui redditi da lavoro dipendente e sui redditi da capitale

E’ bene ricordare che il lavoratore dipendente entro il 31 marzo dell’anno successivo riceverà il CUD da parte del datore di lavoro. In tale documentazione troveranno spazio tutte le ritenute fiscali, contributive e assicurative detratte al lavoratore dipendente.

Sempre a tale data tramite F24, nei termini previsti per i lavoratori autonomi, colui che dovesse vantare  redditi da capitale come i dividendi sulle azioni, dovrà provvedere al versamento delle ritenute d’acconto. Si dovrà provvedere alla compilazione della sezione Erario andando ad utilizzare il codice tributo di riferimento.

Essendoci una grande diversificazione in merito al calcolo della ritenuta d’acconto in base alle professioni, al servizio e alle prestazioni, sarà meglio rivolgersi  sempre ad un professionista qualificato.

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