In Italia ben 9 milioni di cittadini resistenti sono a rischio povertà energetica. Così il conflitto tra la Russia e l’Ucraina diventa un ulteriore ostacolo per la ripresa finanziaria del nostro Paese. Il rincaro del costo delle bollette di luce e gas stanno facendo in modo che gli italiani si trovino in grande difficoltà. In particolare, questo accade nelle zone insulari e meridionali. Lo dice il report della Cgia di Mestre.
Rischio povertà energetica maggiore al sud
La crisi economica si fa sentire in tutto il mondo e soprattutto nel settore terziario. Un segnale evidente di questa difficoltà è sicuramente l’aumento vertiginoso delle bollette di luce e gas. Se la situazione, che non accenna a migliorare, arriva a inasprirsi ulteriormente, si rischia di avere un aumento di bolletta del +500%. Quello che allarma maggiormente i cittadini è che i dati pubblicati, in realtà, potrebbero essere sottodimensionati. Si tratta infatti di calcoli fatti prima ancora che arrivasse lo shock energetico in Italia, ovvero dopo la seconda metà del 2021. Se si vanno a guardare gli ultimi dati del Rapporto Oipe dello scorso anno, sebbene il quadro sia desolante per tutto il Paese, come spesso accade alcune zone sono più colpite rispetto ad altre. Esiste una grande differenza tra le famiglie costrette ad affrontare la crisi energetica che si trovano al nord, rispetto invece quelle che si trovano al sud del nostro Paese.
Rischio povertà energetica: di che cosa si tratta
Quando si parla di rischio di povertà energetica, si fa riferimento alla difficoltà del singolo o di una famiglia a comprare lo stretto necessario di beni e servizi energetici. A dare questa spiegazione ci ha pensato l’Osservatorio italiano sulla Povertà Energetica, acronimo Oipe. Per fare alcuni esempi pratici, chi soffre di questa condizione non si può permettere di usare in modo regolare il sistema di raffrescamento durante i mesi estivi e quello di riscaldamento in inverno. In più, non possono nemmeno utilizzare elettrodomestici a consumo energetico alto, se non saltuariamente e con grande parsimonia. Ecco che devono fare a meno di lavatrice e asciugatrice, lavastoviglie e aspirapolvere, forno elettrico o microonde. Inutile sottolineare come queste rinunce possono essere gravose da un punto di vista psicologico, ma anche per la salute del singolo. Per non parlare poi di quando andrebbe a incidere sull’inclusione sociale. A pagarne maggiormente le spese sono i soggetti più fragili, come gli anziani e i bambini che hanno maggior possibilità di contrarre malattie respiratorie o fragilità mentale.
Rischio povertà energetica: la mappa in Italia
Stando alle stime del 2019, le famiglie italiane a rischio povertà energetica corrispondevano ai 2,2 milioni. Adesso invece se ne stimano 9 milioni. Coloro che hanno maggior difficoltò, vivono in genere in alloggi in cattivo stato di conservazione e il capofamiglia è immigrato o inoccupato, generalmente di giovane età. Se si va a guardare la mappa, poi, chi soffre di più questa condizione è l’area del Mezzogiorno, con una percentuale compresa tra il 26 e il 36% di famiglie che hanno la residenza. La Regione che soffre di più in Italia è la Campania, a cui seguono la Sicilia e la Calabria.