Rifiuti ingombranti sempre più presenti ai bordi delle nostre strade, o nei pressi dei cassonetti in pieno centro storico. Lo smaltimento dei rifiuti elettronici, dei rifiuti urbani o dei rifiuti speciali, da qualche tempo è diventata una vera e propria emergenza.
Da tale problematica purtroppo non sembrano essere esserne esentate né i piccoli centri urbani, né le grandi città del nostro Paese. Vediamo di fare un po’ di chiarezza in merito all’abbandono dei rifiuti urbani, e alle conseguenze a cui chi opera tale pratica, potrebbe incorrere. Quando scatta il reato di abbandono di rifiuti solidi urbani?
Rifiuti ingombranti: abbandono nei pressi dei cassonetti con rischio denuncia
Nelle grandi periferie urbane come nei piccoli centri, troppo spesso fanno bella mostra cumuli di rifiuti. Se ne trovano di tutti i tipi e fogge: rifiuti tossici abbandonati con leggerezza, rifiuti elettronici altamente inquinanti, rifiuti indifferenziati che non si ha l’accortezza di recapitare nei centri di raccolta. Per non parlare poi dei rifiuti organici in grande quantità. Cerchiamo di comprendere ora come si esprime in tal senso la legislatura italiana. Pertanto ci si chiede se l’abbandono in strada di rifiuti ingombranti, sia da intendersi come un reato, o meno.
Cosa dice la legge italiana in merito all’abbandono dei rifiuti
Una recente sentenza della Corte di Cassazione, ha nuovamente posto l’attenzione sulla questione dell’abbandono in strada, di rifiuti ingombranti. Sono stati evidenziati i punti principali del Codice dell’ambiente. Con l’articolo 256 di fatto viene punito colui che attua un’attività di raccolta, smaltimento, recupero, trasporto o commercio di rifiuti urbani. Per espletare tali pratiche è tassativamente richiesta un’apposita autorizzazione, rilasciata dagli organi competenti.
Le pene che vengono imputate a coloro che hanno a che fare con l’abbandono di rifiuti e attività affini, sono molto pesanti. Infatti si rischia la detenzione per un periodo minimo pari a 3 mesi, fino ad arrivare a 12 mesi. Inoltre si potrebbe essere invitati al pagamento di un’ammenda a partire da un minimo pari a € 2.600, fino ad arrivare alla soglia massima di € 26 mila. Tali cifre sono imputabili nel caso si abbia a che fare con rifiuti urbani che non siano da ritenersi pericolosi.
Il discorso cambia pertanto nel caso ad essere chiamati in causa siano rifiuti pericolosi. In questo caso la detenzione parte da un periodo minimo di 6 mesi, fino ad un massimo di due anni. Anche le sanzioni saranno decisamente più incisive.
come si pronuncia la Corte di Cassazione
Tali normative in merito all’abbandono dei rifiuti ingombranti, possono essere applicate a titolari di impresa o a responsabili di Enti che depositano meglio abbandonino rifiuti. Ma a tal riguardo la Cassazione si è espressa nell’eventualità di un tentativo di abbandono di mobilio, presso i cassonetti urbani. Di fatto non vedremo scattare l’ipotesi di reato come enunciato dall’art. 256, se non si riuscirà a dimostrare la non occasionalità di tale comportamento.
L’entità del rifiuto abbandonato di fatto non ne determina anche la consuetudine della pratica. La Cassazione inoltre si è espressa in merito al trasporto dei rifiuti urbani, che nel caso di un solo rifiuto (anche se si trattasse di un frigorifero), non ci può essere reato né attività commerciale illecita affine.
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