Reddito di cittadinanza sotto la lente istituzionale. Si prevede che a breve ci possa essere una riformulazione del sostegno governativo. Unitamente a tale ritocco, c’è molta attesa sulla riforma delle politiche attive del lavoro.
I possibili punti chiave dell’attesa riforma andranno per certo a riguardare: la situazione degli immigrati, le famiglie numerose e gli abitanti delle regioni settentrionali. Da tempo il ministro Orlando è al lavoro per attuare una riforma efficace degli ammortizzatori sociali.
A favore della riforma del reddito di cittadinanza, spinge anche il Comitato scientifico che vede a capo la sociologa Chiara Saraceno. Cerchiamo di capirne di più.
Reddito di cittadinanza, punti cardine riforma: Nord, immigrazione e nuclei familiari numerosi
Il Comitato scientifico presieduto dalla sociologa saraceno, punta il dito su tre aspetti fondamentali, che dovranno essere oggetto di riforma quanto prima: i nuclei familiari numerosi, la situazione dei residenti a Nord d’Italia, e gli immigrati.
Per quanto concerne la famiglia e il numero dei suoi componenti, stando a quanto riportato dal Comitato è tempo di apporre modifiche ai criteri di attribuzione. La scala di equivalenza dovrebbe quindi subire delle modifiche. Dai dati emersi le famiglie sono svantaggiate ad oggi, nel rilascio del reddito di cittadinanza. Troppo spesso a beneficiarne pare sia più i single che le famiglie in cui i bisogni sono molteplici.
Si rende necessario quindi elevare il valore per i minori presenti, portandola oltre lo 0.2. così facendo si andrà ad innalzare il reddito già percepito, andando così a beneficiare del sussidio.
Punti chiave della riforma
La prerogativa di abitare nelle Regioni del Nord Italia determina un incremento del costo della vita. A Nord la vita sarà di certo molto più cara rispetto alle Regioni del Centro, o nei piccoli centri italiani sparsi lungo tutta la nostra penisola. Sarà bene quindi aggiustare il tiro del Reddito di Cittadinanza, andando a dare un valore differente a mutuo o affitto abitativo, secondo la Regione di appartenenza.
Ultimo nodo da sciogliere in merito al Reddito di Cittadinanza ormai prossimo alla revisione, è la questione legata agli stranieri. A quanto pare sono ancora di numero esiguo i nuclei familiari di stranieri, che percepiscono il sostegno istituzionale italiano. Una ricerca condotta dal giornale di Torino, riporta che nel nostro Paese mentre 2.6 milioni di italiani hanno avuto accesso al reddito, solo 327 mila extracomunitari hanno ricevuto il sostegno.
Eppure l’Istat ci rimanda una situazione completamente diversa della situazione in Italia. A quanto pare infatti sul nostro territorio sono ben 1.5 milioni gli stranieri che vivono in condizione di assoluta povertà. La riforma punta il dito sugli anni di residenza in Italia da parte degli stranieri, per poter beneficiare del sostegno. Sarebbe opportuno portare da 10 a 5 anni, la soglia di residenza minima per avere accesso al Reddito di Cittadinanza.
Riforme in arrivo non solo per Rdc
A breve si attende una bozza da parte del Governo che vadano ad incentivare l’occupazione con:
- Gol: un nuovo piano che vada a produrre Garanzia di occupabilità dei lavoratori.
- Pnc, Piano nuove competenze: per fornire nuovo sprint alle assunzioni nel pubblico, e nel privato.
A tal riguardo anche i Centri per l’impiego vedranno un’evoluzione, con un incremento delle assunzioni con le risorse già stanziate. I navigator lasceranno il loro incarico dopo la proroga contrattuale fino a fine anno. Inoltre verranno stipulate collaborazioni con agenzie di collocamento private, in modo da venire incontro ai ritardi accumulati in ambito regionale. Anche l’assegno di ricollocazione vedrà una nuova riformulazione. Vedremo.