Private equity: come funziona il nuovo modo di investire

Il private equity incrementa le forme di investimento presenti negli ultimi tempi. Cerchiamo di capire come funziona e quali sono le sue caratteristiche principali.
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Il Private equity si colloca tra le forme di investimento alternativo, che si è fatto spazio negli ultimi anni. Le forme di investimento con cui è possibile operare sono davvero molte. Quelle che  definite alternative, spesso  riescono a regalare maggiori soddisfazioni agli investitori.

Cosa s’intende per private equity

Con il termine private equity andiamo a definire una particolare tipologia di investimento. Si tratta nel concreto, in investimenti finanziari operati comunemente da un investitore istituzionale, che apportando capitali sostiene una società. Il finanziamento avviene grazie all’acquisto delle azioni, o in alcuni casi andando a sottoscrivere una nuova emissione azionaria. In questo caso  si andrebbe a verificare anche un aumento sostanziale di capitale, all’interno della società finanziata.

Si tratta quindi di una forma di finanziamento in cui i capitali investiti da parte di privati, confluiscono in progetti che si possono definire alquanto rischiosi. Finanziamenti che non creano debito operando in azioni. I fondi di norma non incrementano il capitale di aziende non quotate in borsa.

Il private equity è una formula di investimento relativamente giovane che non risulta essere esente da svantaggi e vantaggi. Coloro che operano in tale progetti ad alto rischio, hanno l’obiettivo di ripartire l’incognita dell’investimento differenziando il proprio portafoglio più possibile.

Si potrà assistere quindi ad un investimento diversificato che vada a comprendere sia il lancio di un nuovo prodotto sul mercato, o lo sviluppo derivante dai passaggi generazionali aziendali. La società presa di riferimento verrà finanziata attraverso sia l’acquisto di pacchetti azionari o con l’emissione di nuove azioni ad aumento di capitale. Tali società non devono essere quotate in Borse nazionali, tanto che a tal riguardo vengono chiamate not publicly traded.

La caratteristica principale dell’investimento ad alto rischio

Il vero fulcro di tale operazione finanziaria si definisce nell’oggetto da finanziare che non essendo presente nel mercato pubblico maggiormente regolamentato, entra a far parte di diritto della private equity. Quindi considerato tali premesse, gli investimenti attuabili in questo settore risultano essere decisamente più rischiosi di quelli tradizionali. Il settore della private equity è noto solo negli ultimi 30 anni agli operatori finanziari, che lo tengono sott’occhio. Anche nel secolo passato vi sono stati vari episodi riconducibili a questo genere di operazioni di investimento.

Private equity: come funziona nello specifico

I fondi di private equity vedono i soggetti privati acquisire quote societarie, nel corso di un periodo di tempo fissato in 5 anni. A seguire quindi si assiste ad un disinvestimento, che dura altrettanto. Si procede con l’andare a definire il valore di tutte le aziende presenti nel proprio portafoglio, per poi avviare il processo di liquidazione.

Chi opera in tal senso spesso è un ricco magnate, colossi bancari, e compagnie assicurative, che prendono in carico tutti i rischi dell’operazione d’investimento.

Vantaggi e svantaggi

Il private equity è vista con grande positività da parte delle aziende e le startup. Infatti si vede una liquidità nell’immediato senza dover passare attraverso i canali tradizionali di erogazione fondi.

Lo svantaggio lo ritroviamo invece nelle negoziazioni tra acquirenti re venditori, che non hanno una determinazione data dal mercato borsistico. Vanno a determinarsi di caso in caso unitamente ai diritti degli azionisti. Inoltre vi è l’evidente difficoltà di andare a liquidare le partecipazioni in Aziende del tipo PE.

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