Il prezzo del gas in Europa non solo rimane elevato, ma non accenna a diminuire. Ad oggi si registrano dei picchi di circa 230 euro per megawattora se si tengono in conto gli scambi sul benchmark olandese. Si tratta del riferimento per il mercato del vecchio continente. Ci si domanda a questo punto il motivo per cui il costo della materia prima non smette di crescere. La stessa condizione di incertezza per il prezzo futuro dell’elettricità e del gas è stata rimarcata da Ursula von der Leyen nella sede del Parlamento dell’Unione Europea.
I futures benchmark hanno registrato un aumento del 3,3%: così la Commissione europea ha stilato un piano che prevede la raccolta di 140 miliardi di euro da destinare ai consumatori. Si possono ottenere da parte delle società energetiche sui guadagni extra. In più, sta diventando necessario mettere un freno obbligatorio per la domanda di energia e l’aumento della liquidità. Anche se il piano sembra mettere d’accordo tutti, in realtà non si ha ancora ben chiaro come possano essere attuate queste misure. Il fatto è che gli Stati membri non la pensano alla stessa maniera e per questo sembra difficile approvare i piani dell’Unione Europea a livello nazionale.
Prezzo del gas in Europa: perché è in aumento
Il prezzo del gas in Europa subisce un ulteriore aumento. I trader valutano se tutte le misure proposte dall’Europa possano essere sufficienti per limitare il costo del carburante. Questo dopo che la proposta del price cap non ha ricevuto, al momento, un consenso unanime. Per non parlare poi delle proposte di Ursula von der Leyen che si stanno rivelando più complesse del previsto. La situazione appare critica, almeno per il momento. A Bruxelles p stato chiesto agli Stati membri dell’Unione Europea di raccogliere 140 miliardi di euro dal ricavato delle società energetiche, così da far fronte ai prezzi record dell’inverno che verrà. Si vocifera anche di imporre una soglia obbligatoria ai prezzi che producono energia a basso costo. È il caso di chi commercia fonti rinnovabili o gruppi nucleari. Le società dovrebbero obbligatoriamente fornire a tutti gli Stati dell’Ue i rendiconti dei profitti in eccesso. Questi, secondo quanto previsto dalla commissione, non dovrebbero superare i 180 euro per megawattora. C’è anche da dire che la tassa e i pagamenti sarebbero delle misure d’emergenza e per questo temporanee.
Prezzo del gas in Europa e la proposta di Ursula von der Leyen
Per far fronte all’aumento del prezzo del gas, Ursula von der Leyen ha mandato avanti un’altra proposta. Si lavorerà a una riforma globale per cercare di rendersi più indipendenti e mantenere sotto controllo i costi di gas e luce. I due mercati devono cambiare: per questo bisogna contare sulle energie rinnovabili che hanno tanti benefici e sono a basso costo. È importante cercare un’alternativa al benchmark europeo che si usano di solito per i prezzi del gas. Si tratta del TTF olandese che, tanto per fare un esempio, non è dettato dal Gnl ma, per lo più, dal gas di gasdotto. Bisognerà capire quali mosse strategiche siano fattibili e quali meno.