La pianificazione assicurativa è indispensabile se si vuole vivere nel migliore dei modi. Così si può affrontare il quotidiano senza stress perché si sanno quantificare tutti i danni e rischi economici potenziali. Sono in tanti a divulgare l’importanza di una pianificazione, anche se spesso si è portati a pensare che si tratti di un escamotage dei consulenti assicurativi per vendere di più. In realtà, non è affatto così. Si tratta di un modo per gestire il rischio di perdita, così da trasformare delle spese potenzialmente distruttive e molto incerte in piccole spese gestibili.
Pianificazione assicurativa: non tutti sanno cosa sia
Come prima cosa, bisogna tenere in considerazione il fatto che tutti quanti hanno dei bisogni da soddisfare. Questi sono strettamente legati allo stile di vita, a quale lavoro si svolge, o all’età che si ha. Ecco che, sempre per le stesse ragioni, la persona è esposta a una serie di rischi che potrebbero accadere con una bassa o alta probabilità. Ecco che bisogna prendere due strade: o ci si prende il rischio a livello personale e ci si assume le conseguenze relative. In questo caso, si sceglie senza però avere scelto. Generalmente, questa è l’alternativa più diffusa, la verità è che sono molti coloro che ignorano l’opportunità di una pianificazione assicurativa, in grado di arginare i rischi economici. In alternativa ci si può affidare a degli specialisti che possano analizzare necessità e bisogni del singolo e consigliare la scelta migliore da fare.
Tra i principali motivi che portano le persone a non scegliere quest’opzione sono:
- una mancata educazione finanziaria;
- capire l’importanza del saper pianificare;
- pensare che si tratti di una truffa.
Pianificazione assicurativa: gli step da fare
Una volta che si chiarisce questo punto fondamentale, allora si procede con i vari passi da fare per iniziare la pianificazione. Per fare le cose per bene, è necessario fare cinque fondamentali step:
- identificare i possibili rischi;
- quantificare il potenziale danno;
- calcolare la percentuale delle probabilità per cui si manifesterebbe l’evento;
- decidere una priorità dei rischi;
- decidere come gestire il rischio.
Per identificare i rischi bisogna fare una mappatura degli stessi, dove si deve analizzare una serie di aree. Tra queste ci sono l’inabilità o invalidità data da infortunio o malattia, ma responsabilità verso terzi e i danni a immobili. Dopo che la mappatura si conclude, allora bisogna andare avanti con il passaggio successivo, ovvero quantificare il danno potenziale. In questo momento è necessario fare una somma di tutti i danni economici possibili causati da ogni singolo evento durante l’arco della vita. Per capire invece quante probabilità si hanno affinché si manifesti un evento, bisogna tenere in conto di due concetti fondamentali: gravità e frequenza. Quest’ultima rappresenta la probabilità che un dato evento accada, mentre la prima è la conseguenza, in termini economici, del rischio. Spesso però le persone tendono a concentrarsi non tanto sulla gravità, quanto sulla frequenza. In realtà si tratta di uno dei principali errori commessi dalle persone. È peggio avere un danno economico, piuttosto che avere tanti piccoli e quasi insignificanti danni.