Per capire perché i negozi rischiano la chiusura, bisogna tenere in considerazione il difficile periodo economico che stiamo vivendo. L’economia di tutto il mondo è scossa dal conflitto Russia-Ucraina: si sta verificando un aumento dei costi dell’energia che non accenna ad arrestarsi nel breve termine. Così molte attività commerciali nel nostro Paese rischiano di dover chiudere o in maniera momentanea o, nei peggiori casi, definitivamente. Sono stati gli stessi negozianti che già da tempo hanno lanciato l’allarme e chiedono tutele allo Stato. I commercianti stanno già pensando a come far fronte al caro bollette. Alcune soluzioni potrebbero essere il modificare gli orari di apertura e chiusura, oppure sospendere momentaneamente l’attività. Sembra che fare un “taglio” al servizio commerciale potrebbe essere l’unico modo per scongiurare una futura chiusura definitiva.
Perché i negozi rischiano la chiusura: stop all’ora legale
Il caro bollette è la ragione principale del perché i negozi rischiano di chiudere in Italia, momentanea o definitiva che sia. Per far fronte a questo problema, il Sima, Società Italiana di Medicina Ambientale, ha proposto al Governo di avere l’ora legale durante tutto l’anno. Così si vuole abbandonare un sistema classico, definito da molti esperti obsoleto sotto diversi punti di vista. Tra gli effetti più evidenti di questo cambio è l’avere un’ora di luce in più al giorno. Tradotto in termini economici questo significherebbe un risparmio, solamente nel primo biennio, di circa un miliardo di euro. Vien da sé pensare come i commercianti si trovino del tutto d’accordo ad eliminare l’ora legale.
Perché i negozi rischiano la chiusura: aumento degli affitti
Il caro bollette non è l’unico problema a cui devono far fronte coloro che hanno un’attività commerciale. I negozianti devono anche far fronte all’aumento del prezzo degli affitti, altra ragione del perché i negozi rischiano una chiusura. Si prospetta così una vera e propria crisi del settore terziario che era già stato messo in ginocchio dalla Pandemia. Parlando in termini numerici, basti pensare che il costo dell’energia sul fatturato medio delle società italiane è aumentato del +121%. In alcuni settori, il rincaro del costo ha raggiunto addirittura il +200%. Stando a questi dati e alle richieste di supporto dei commercianti di tutta Italia, se la situazione resta la stessa si prospetta che il 15% circa delle attività rischiano la chiusura definitiva. Il 10% invece potrebbe arrivare a sospendere l’attività momentaneamente.
Perché i negozi rischiano la chiusura: il caro bollette
Molti potrebbero chiedersi quale sia la relazione tra il caro bollette e il rischio di chiusura, definitiva o momentanea, dei servizi commerciali italiani. La questione è che l’Europa aveva affidato alla Russia il 40% del flusso di gas. A seguito dello scoppio del conflitto contro l’Ucraina, la Nazione del Cremlino ha diminuito l’arrivo di energia del 75%. Così il valore dell’energia è aumentata vertiginosamente e rischia di mettere in ginocchio il settore terziario. L’inflazione, poi, aumenta il rischio di dover “chiudere bottega” per molte imprese. Secondo un’inchiesta di Confcommercio, che ha analizzato 703 imprese, più della metà delle imprese, ovvero il 66%, sta pensando a ridurre l’uso di energia elettrica. Tra i settori maggiormente colpiti ci sono quello alimentare, l’alberghiero-ricettivo e la ristorazione.