Nuova richiesta di autorizzazione a procedere contro il leader leghista per il caso Open Arms
Era agosto quando la Open Arms, nave della Ong spagnola, veniva bloccata a largo di Lampedusa per 20 giorni con a bordo 161 persone migranti.
A novembre, la Procura di Palermo nella persona del Pm Luigi Patronaggio aveva trasmesso al Tribunale dei Ministri il fascicolo a carico dell’ex ministro Salvini per la mancata concessione del porto di sbarco sicuro alla nave, sequestro di persona e omissione di atti d’ufficio.
Notificata ieri, quindi, una nuova richiesta di autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini. Si tratta della terza richiesta di processo per il leader leghista: il Senato, nel corso del 2019, aveva già negato l’autorizzazione per il caso Diciotti, mentre il 12 febbraio arriverà la richiesta di via libera per il caso Gregoretti.
Salvini: “Vi prometto che non mollo”
Il 1 febbraio, nel corso di una diretta Facebook, l’ex ministro degli Interni Salvini ha dichiarato:
“Mi è arrivata un’altra richiesta di processo perché ad agosto ho bloccato lo sbarco di clandestini dalla nave di una Ong spagnola. Ormai le provano tutte per fermare me e impaurire voi: vi prometto che non mollo e non mollerò, mai”.
I giudici contestano al leader della Lega anche l’omissione di soccorso, riaffermando con decisione l’obbligo di prestare soccorso in mare.
Nuovo sbarco Open Arms
Nel frattempo, ieri in serata si è concluso un ulteriore sbarco: a bordo di Open Arms, questa volta, 360 migranti. Le persone, a seguito della visita medica obbligatoria, sono stati ricoverate presso l’hot spot di Pozzallo (RG), in attesa di essere redistribuiti in altri paesi europei, come previsto dall’accordo di Malta.