Musica come messaggera di segnali positivi, stavolta a favore del clima. Sta facendo il giro di tutto il mondo la recente notizia che coinvolge l’industria internazionale della musica. Scopriamo come sia possibile che si possa giungere anche in ambito musicale, all’emissione zero di anidride carbonica, entro il prossimo 2050.
Music Climate Pact: di cosa si tratta
L’Associazione Musica Indipendente del Regno Unito si è fatta promotrice di un’iniziativa mondiale, a favore del rispetto del nostro eco sistema. Con il suo operato incessante, è riuscita a coinvolgere i colossi della musica quali le etichette musicali: Universal, Sony e Warner Music.
Attraverso un preciso programma congiunto, si intende arrivare all’appuntamento con il 2050, con l’azzeramento delle emissioni di anidride carbonica. Lo step intermedio è stato fissato all’anno 2030, quando l’obiettivo da centrare è sarà di confermare il dimezzamento delle emissioni. Si attende ora il prossino febbraio 2022 in cui i fondatori del programma daranno l’annuncio dell’avvio in ambito mondiale del programma.
Ecco quindi che verranno coinvolti i massimi esperti del settore sia con l’iniziativa “Race to Zero SME” che in quella “Science Based Targets Initiative. Verranno a questo punto messe a fuoco tutte quelle azioni mirate che concorreranno al raggiungimento dell’ambizioso traguardo green.
Musica e impatto ambientale
In maniera diretta o indiretta, il comparto musicale produce inevitabilmente degli impattanti effetti sul nostro eco sistema. Le modalità in cui usufruiamo della musica vanno a generare inevitabilmente una determinata produzione di anidrite carbonica. Ormai i maggiori canali d’ascolto per la musica in generale, sono in streaming. Viene quindi da chiedersi quanto effettivamente vadano a inquinare smartphone e App per lo streaming musicale, su piattaforme come Spotify.
A tal proposito si rende altresì necessario andare a coinvolgere all’interno del programma appena stilato, anche queste realtà musicali/aziendali. È bene andare a prendere in considerazione tutti i supporti musicali, è il loro conseguente impatto sull’ambiente. Ad esempio con il vinile e il suo tanto acclamato ritorno, si stanno favorendo altri tipi di inquinamento ambientale. Non bisogna mai sottovalutare l’utilizzo dei materiali necessari nella produzione di tali supporti fisici. Anche in questo caso diventa rilevante il rilascio nell’atmosfera terrestre, dell’anidride carbonica.
Scendono in campo anche i Coldplay
Coinvolgendo le mejor musicali nella partecipazione nel Music Climate Pact, sarà possibile acquisire dati certi in merito all’impatto che ha l’industria della musica mondiale, sul clima. Non da meno importanza sono da ritenersi gli eventi live legati al mondo della musica. Durante i mega tour mondiali dei vari artisti, ecco che con gli spostamenti megagalattici delle troupe, staff e attrezzature vanno a generare alti livelli di inquinamento.
Anche la band inglese dei Coldplay ha assunto una ferma posizione riguardo la tutela del clima. Proprio a testimoniare la loro alta sensibilità verso le condizioni del nostro Pianeta, pur avendo lanciato sul mercato internazionale il loro ultimo lavoro “Everyday Life”, la band non ha messo in calendario alcuna data.
Il frontman dei Coldplay Chris Martin, ha di recente riportato alla stampa le motivazioni di questa scelta inconsueta. A quanto pare la band inglese è disposta a rinunciare risalire sui palchi di tutto il mondo, fino a quando non sarà messo a punto un nuovo modello di live. Ci si auspica un live che non sia solo ecosostenibile, ma che produca un impatto positivo per l’ambiente.
Di certo questo sarà un primo importante passo nel mondo della musica, perla lotta al cambiamento climatico.