Il mercato finanziario del 2022 si sta rivelando uno dei più caotici della storia. Basti tenere in conto le obbligazioni e le azioni mondiali, andando poi ad osservare non solo le valute, ma anche le materie prime. Ecco che gli asset generali hanno assistito a delle profonde oscillazioni, facendo perdere agli investitori migliaia di miliardi di dollari. Stando ad alcune analisi condotte da Reuters, le azioni globali hanno avuto un calo pari a 14 trilioni di dollaro. Adesso stanno andando incontro a secondo anno peggiore in assoluto che si fosse mai registrato. I tassi di interesse, nel contempo, hanno subito oltre 300 aumenti. Se uniti ai rally di più del 10%, si può intuire come mai il mercato sia stato segnato principalmente dalla volatilità durante questo anno così incerto.
Mercato finanziario del 2022: le cause dello shock
Tra le cause principali che hanno rallentato i mercati globali c’è stata sicuramente l’invasione della Russia in Ucraina che ha portato, nel mese di febbraio, all’inizio della guerra ancora in corso. Al contempo, è sopraggiunta un’inflazione, diventata a doppia cifra, proprio nel momento in cui le economie mondiali si stavano riprendendo dal periodo del post-pandemia. Non si trattava di una ripresa totale e a dimostrarlo è stata anche la politica “Zero Covid” mandata avanti dalla Cina. Al contempo gli equilibri di tutto il mondo sono stati ulteriormente stravolti da una rivoluzione energetica vera e propria che ha messo in crisi l’intera Europa.
Per non parlare, poi, del cambio di direzione da parte delle banche centrali che hanno deciso di aumentare i tassi di interesse. Basti pensare che le obbligazioni tedesche e i Treasuries statunitensi, che costituiscono il punto di riferimento per i mercati mondiali, oltre che le attività tradizionali su cui si punta durante i periodi di crisi, hanno avuto una perdita rispettiva del 24& e del 16%, in dollari. Quelli appena elencati sono solamente alcuni di molti eventi che hanno resto il 2022 un anno turbolento e instabile.
Mercato finanziario del 2022: i presupposti per il tracollo
Se si tengono conto alcune analisi degli esperti, bisogna pensare che i problemi sono arrivati in un momento ben preciso. E cioè quando è iniziato a diventare chiaro il fatto che il Covid non era la causa principale del rallentamento dell’economia mondiale. In contemporanea, la Federal Reserve, ovvero la banca centrale più importante al mondo, aveva l’intenzione di imporre un aumento dei tassi di interesse. I rendimenti decennali di Treasury, poi, sono passati all’1,8% a meno dell’1,5%. Soltanto nel mese di gennaio hanno abbattuto l’MSCI, indice mondiale azionario, del 5%. Al momento tale rendimento si trova al 3,68%. Se il costo del petrolio è aumentato dell’80%, le azioni hanno avuto un’impennata verso il basso del 20%. La Bce, Banca centrale europea, ha registrato un aumento record di 250 punti base, mentre sono saliti a 400 quelli della Fed.
Da tenere in conto il fatto che, l’anno scorso, la Bce aveva dichiarato che sarebbe stato alquanto improbabile che avesse dei cambiamenti. Il problema, secondo alcuni esperti, è che la banche centrali hanno sottovalutato il problema dell’inflazione. Una volta arrivata è diventata inarrestabile e per fronteggiare la situazione si sono aumentati i tassi di interesse.