Fotovoltaico, scambio sul posto e autoconsumo: le differenze

Fotovoltaico

Per sfruttare al meglio l’energia che si produce grazie all’impianto fotovoltaico si possono utilizzare diversi modi. Ad esempio, ci si può attrezzare con l’autoconsumo, come ad esempio accade all’interno della comunità energetiche rinnovabili. Lo stesso accade all’interno dei gruppi di autoconsumo collettivo. Oppure, come alternativa, ci si può affidare al cosiddetto scambio sul posto. Si tratta di un servizio che prevede la compensazione tra l’energia prelevata e quella che viene immessa all’interno della rete.

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Fotovoltaico e autoconsumo: due modalità

Quando si affronta il tema dell’autoconsumo, bisogna sempre fare una distinzione tra quello che si basa su un sistema di accumulo e quello istantaneo. Quest’ultimo fa si che ci sia un immediato consumo dell’energia che si genera per sostenere un’abitazione. O, anche, uno stabilimento produttivo o un immobile a uso commerciale. Si tratta di un impianto tanto potente che sia in grado di soddisfare il fabbisogno energetico complessivo, o anche solo una parte dello stesso. Per lo meno, questo può avvenire durante il giorno o nei mesi più soleggiati. Tutti gli immobili che sono operativi in orari diurni possono optare per questo perché consente un risparmio obiettivo sulle utenze. In più, contribuisce a ridurre l’impronta di carbonio.

Quando invece si parla di consumo differito, ci si riferisce a un sistema di accumulo all’interno del quale l’energia auto-prodotta viene immagazzinata. In questo modo, è possibile utilizzarla anche in un secondo momento. Ad esempio, potrebbe essere una batteria da collegare all’impianto fotovoltaico e risulta essere utile anche nelle ore notturne e nei giorni dell’anno meno soleggiati. È una buona soluzione che possono adottare coloro che passano maggior parte del giorno fuori casa, oppure che si trovano in un’area poco servita da rete elettrica.

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Fotovoltaico ed energia autoprodotta

Tutti coloro che hanno un impianto fotovoltaico possono collegarsi direttamente alla rete nazionale, così da poter immettere tutta l’energia in eccesso che si accumula. Ci sono ad oggi due differenti meccanismi che fanno in modo che si possa ottenere tale risultato. Si tratta del ritiro e dello scambio sul posto. Quest’ultimo prevede che si creai una batteria virtuale per l’energia. In altre parole, sarebbe una compensazione che avviene tra l’energia prelevata dalla rete e quella immessa. La prelevata si paga in bolletta, come di solito. Se però si divide di emettere energia, allora l’utente avrà un rimborso di circa il 70% rispetto l’importo versato. Questo accade nel momento in cui si escludono gli oneri legati alle imposte e al sistema.

In aggiunta al rimborso, si prevede anche un corrispettivo per tutta l‘energia che viene immessa e non è prelevata. Il contributo si versa con cadenza semestrale e si eroga attraverso il conguaglio e l’acconto. Questo sistema fa in modo che tutti i consumatori possono attingere all’energia nel momento in cui ne hanno bisogno. Dopo di che, si pagherà una cifra inferiore rispetto a quella che si sarebbe dovuta pagare. L’unico problema è che non è possibile che avvenga una gestione autonoma per produrre energia. Bisogna comunque pagare le utenze ogni due mesi. In più, tutta l’energia che si consuma effettivamente attraverso la rete elettrica, non è prodotta da fonti rinnovabili.

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