Non tutti sanno di che cosa hanno bisogno e quale sia l’iter per richiedere la disoccupazione nel 2022. Ci sono delle novità sia sui requisiti da avere che sugli importi da versare. Non serve infatti solamente l’aver perso il lavoro per chiedere l’indennità statale e avere diritto a percepire la Naspi. Il 16 febbraio, con la circolare n.26, l’Inps ha tracciato i vari punti sulle novità a riguardo.
Disoccupazione 2022: quello che bisogna sapere
Come prima cosa da sapere, c’è il fatto che le modalità con cui presentare la domanda di disoccupazione sono cambiate a seguito dell’emergenza Covid del 2020. Altre novità sono poi entrate in vigore a partire dal 1° gennaio del 2022. Adesso se si vuole avere l’indennità ogni mese, bisogna presentare la propria domanda presso l’Inps. L’importante è che si abbiano sia i requisiti minimi, sia i documenti necessari a richiedere la Naspi. L’acronimo della parola deriva da Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego ed è stata introdotta dal governo Renzi in data 1° maggio 2015. La riforma di riferimento è la Job Act e cambia le regole rispetto agli anni precedenti. Adesso la Naspi richiedere delle modalità differenti al passato per fare richiesta d’indennità e, allo stesso modo, cambiano anche i beneficiari.
Disoccupazione 2022: i requisiti richiesti
Possono richiedere l’indennità per la disoccupazione nell’anno 2022 tutti i lavoratori che non hanno più un posto di lavoro non per causa loro. Tra questi restano escluse le seguenti categorie:
- gli operai del settore agricolo che lavorano a tempo determinato o indeterminato;
- i dipendenti all’interno delle pubbliche amministrazioni che sono stati assunti a tempo indeterminato.
Chi invece ha diritto a richiedere la Naspi, sempre se hanno perso il lavoro in forma involontaria, sono:
- i dipendenti all’interno delle pubbliche amministrazioni che sono stati assunti a tempo determinato;
- gli apprendisti;
- personale del settore artistico con un contratto a tempo determinato e subordinato;
- i soci che lavorano all’interno di cooperative che hanno stipulato un contratto subordinato.
Bisogna anche dire che, dopo aver detto addio per sempre all’indennità di mobilità, ci sono delle novità ulteriori. Tutti i dipendenti che sono stati licenziati in massa, potranno accedere alla disoccupazione della Naspi. Ciò che cambia è l’importo percepito dell’indennità. Non si tratta più di quello legato alla cassa integrazione, bensì rispetta altre regole stabilite dalla stessa Naspi. Tra le categorie che possono richiedere l’indennità, ci sono anche:
- le lavoratrici che, durante il periodo di maternità, abbiano presentato dimissioni da lavoro. Il motivo è che si tratta di una dimissione richiesta per giusta causa;
- le lavoratrici già madri che, durante il periodo tutelato da maternità, hanno fatto richiesta di dimissione;
- i lavoratori licenziati a causa di motivi disciplinari.
Interpretare una situazione personale non permette di escludere in automatico la persona coinvolta. Per questo ha la possibilità di richiedere il sussidio.
Come presentare la domanda
Per presentare la domanda alla Naspi è necessario farlo entro i 68 giorni da quando si è perso il lavoro. La domanda deve avvenire in modo telematico entrando nel sito dell’Inps. L’importante è che la persona che fa la richiesta deve essere in possesso di pin, CIE o CNS, SPID. Dopo di che, deve:
- cliccare su “Invio domande di prestazioni a sostegno del reddito”;
- selezionare la dicitura Naspi che si trova sulla barra a sinistra;
- selezionare “Indennità Naspi”;
- inviare la domanda.