I derivati sono un titoli finanziari che derivano il proprio valore da un altro asset finanziario, oppure da un indice detto sottostante. Gli utilizzi principali degli strumenti derivati sono la copertura da un rischio finanziario, l’arbitraggio e la speculazione. Ciò non esclude che il prodotto derivato possa essere anche altamente speculativo.
Cos’è un titolo derivato e come funzionano i titoli derivati in finanza?
Si potrebbe dire che i derivati rendano agevole il trasferimento del rischio, all’interno del sistema economico. In finanza i derivati possono essere positivi per una migliore allocazione del rischio. In tal modo si va determinando una più efficiente destinazione delle risorse finanziarie, secondo le diverse opportunità di investimento. Da tenere a mente che prodotto derivato è anche altamente speculativo.
I derivati finanziari devono essere considerati come un contratto con oggetto una previsione, o meglio dire una scommessa proprio sull’underlying. In pratica funziona come se un vasto numero di investitori decidessero di scommettere su una polizza. Essi stessi andrebbero ad agire direttamente sull’andamento della polizza. I derivati come swap e simili sono sconsigliati ai neofiti della finanza o a tutti coloro che non siano dei provetti professionisti, nella gestione finanziaria.
Cos’è un titolo derivato in finanza?
Con i derivati le finalità del loro acquisto o di scambiarli sono limitate. Principalmente i derivati in finanza vengono utilizzati per mettere in pratica 3 particolari strategie:
- copertura
- speculazione
- arbitraggio
La copertura:
Quando si definiscono i derivati a copertura o anche hedging, si punta a coprire dai rischi di un investimento. A tal proposito si utilizzano i derivati finanziari e i derivati bancari che hanno come sottostanti titoli finanziari.
La speculazione:
L’uso dei derivati nell’attività speculativa prevede che si agisca come nel trading tradizionale. Si opera quindi senza la presenza di un portafoglio sottostante, ma esclusivamente sull’evoluzione favorevole, o sfavorevole del prezzo dello strumento finanziario.
L’arbitraggio:
I derivati si possono utilizzare per realizzare finalità di arbitraggio ossia, una strategia di speculazione che punta non sul fattore tempo ma sullo spazio. Si punta a sfruttare il possibile disallineamento tra l’andamento del mercato a termine e quello del mercato a pronti. In questo modo l’investitore può assumere posizioni opposte di acquisto e di vendita, lucrando immediatamente un profitto certo, che scaturisce dalla differenza tra i due prezzi alternativi.
Come funzionano in realtà i titoli derivati?
Per capire il meccanismo di un titolo derivato prendiamo ad esempio un derivato sul petrolio. Il titolo potrà aumentare il suo valore perché aumenta il prezzo del petrolio. Si potrebbe verificare un momento di euforia sul mercato, tanto che i derivati in finanza prendono valore. L’aumento della speculazione può far salire o scendere di molto il prezzo del prodotto derivato. Essendo un mercato aperto a tutti quello dei derivati, in tanti possono investire sullo stesso prodotto finanziario, mentre il sottostante rimane decisamente più piccolo. Pertanto un barile di petrolio resta comunque solamente un barile di petrolio, mentre la differenza la fa se a dividerlo si è in 10 o in 100, e se il valore del suo utilizzo rimane invariato. Il prezzo del derivato a mezzo del meccanismo della domanda ed offerta del mercato specifico influenza successivamente il prezzo spot anche nell’economia reale. Un esempio questo a conferma della correlazione esistente tra tra economia e finanza, tra questi due mondi apparentemente distanti.
Dove si possono scambiare i titoli derivati?
I derivati possono essere negoziati in Borsa e sui mercati OTC (Over The Counter) che espongono a rischi più alti. In Italia i derivati si scambiano presso l’IDEM che corrisponde all’acronimo di Italian Derivative Market, gestito da Borsa Italiana.