Se le borse crollano… Alle ore 14 l’indice italiano perde oltre il 2,4% Come si comporta l’investitore?

taglio dei tassi della Fed

Il Governo gialloverde da ieri è clinicamente morto e i mercati hanno reagito alla notizia con l’unico modo possibile: vendere i nostri titoli azionari così come i titoli di Stato in attesa che il quadro si chiarisca.

Chi vede nei mercati come un despota non ha compreso come gli investitori sia istituzionali che privati, si muovano solo in condizioni di chiarezza e stabilità.

Alle ore 14 l’indice FTSE MIB perde il 2,4%. Pesano, come sempre in questi casi, i titoli bancari presi di mira quando il Paese entra nell’occhio del ciclone. Perché? Le banche italiane hanno nella loro pancia i titoli di Stato. L’incertezza fa aumentare lo Spread e di conseguenza il calo del prezzo dei titoli stessi. Un giochino che si ripete ogni volta che l’Italia va in crisi.

Le ultime politiche non sembrano prendere molto sul serio gli andamenti dei mercati che vengono visti solo come sanguisughe egoiste.  

In realtà gli elementi chiave degli investitori, stabilità e chiarezza, sono venuti a mancare. Da ieri i mercati, che hanno come obiettivo principe quello di anticipare le mosse future, anticipare i rendimenti e i fatturati delle aziende e anticipare le politiche economiche nazionali, stanno riducendo le proprie quote nel Bel Paese.

In attesa che la situazione si chiarisca, e potrebbero volerci settimane o mesi, i mercati chiudono, o sottopesano, le azioni e i titoli di Stato italiani, per spostarsi in altre aree più interessanti.

Ad esempio, un gestore di un fondo internazionale potrebbe ridurre la componente italiana e favorire altre aree geografiche. Al netto delle operazioni fatte dagli investitori istituzionali (quelli che gestiscono i soldi dei risparmiatori come i fondi comuni e i fondi assicurativi ad esempio), cosa può fare un investitore privato?

Prima di rispondere a questa domanda bisogna prendere atto che la borsa italiana, il FTSE MIB, pesa tra l% e il 2% del peso delle borse mondiali.

Un investitore maturo ha imparato a diversificare e la diversificazione non può avvenire all’interno di un solo indice. Ovvero non basta comprare un certo numero di azioni italiane.

Così facendo il rischio Paese è troppo sbilanciato e una crisi di Governo come si può notare in queste ore può mandare a monte mesi e mesi di rialzo. Quanto durerà il sell-off (le vendite massicce) sul nostro mercato? Nessuno può conoscere il futuro anche perché la nostra crisi potrebbe dare il là ad un effetto domino che può contagiare anche le altre borse che al momento sembrano reggere.

Il futuro della nostra area economica (specialmente l’area Euro) era già sottoposta ad altri fattori negativi, specialmente per quanto riguarda la crescita del PIL oltre all’incognita internazionale sui dazi. Proprio ieri la Banca Centrale Europea – BCE – ha spiegato che se la crescita languirà tornerà a dare fiato all’economia con un altro QE (quantitative easing- immissione di liquidità nel sistema).

Se questo è il quadro generale come comportarsi? E quali lezione si possono mparare per il futuro?

Primo: ricordiamoci che i mercati mondiali sono ampi e danno riparo grazie alla diversificazione a tutte le tipologie di investitori.

Secondo: tutte le tempeste finanziarie hanno un inizio e una fine. Anche questa finirà.

Terzo: investire con piani di accumulo attenua la volatilità ed è un ottimo metodo per entrare nei mercati specialmente nelle fasi ribassiste.

Quarto: se la propensione al rischio è alta si possono sfruttare questi momenti per aumentare gradualmente la parte rischiosa del portafoglio.

Quinto: per chi investe solo nei titoli italiani, sia azionari che titoli di Stato, la lezione dovrebbe essere mandata a memoria e si dovrebbe finalmente ridurre l’investimento in un solo Paese.

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