Lo scoppio della guerra Russia-Ucraina ha portato a una crisi dei mercati che ha sconvolto l’economia globale. È iniziato da più di sei mesi quello che Mosca ha definito un’“operazione militare speciale” e che ha visto migliaia di morti, oltre che milioni di persone senza casa. Il conflitto ha creato inoltre una tensione tra Est e Ovest che non si verificava dai tempi della Guerra Fredda. Ecco che anche i mercati finanziari globali non sono stati esenti da una serie di turbolenza che stanno facendo tremare le certezze avute fino ad ora.
Crisi dei mercati e recessione europea
La crisi dei mercati globali preannuncia una recessione quasi certa nel Vecchio Continente. Uno dei segnali più evidenti è il vertiginoso aumento del prezzo del gas che sta mettendo in ginocchio aziende e privati. Per paura che la Russia possa interrompere le forniture, si parla da qualche mese ormai di razionamento energetico, soprattutto legato a determinate economie. Diverse banche centrali, come quella europea o la Banca d’Inghilterra, vogliono frenare l’inflazione, data soprattutto dall’aumento del costo dell’energia. Per tenere sotto controllo l’inflazione, le banche si trovano costrette ad aumentare i tassi d’interesse che, inevitabilmente, frenano privati e aziende nel prendere in prestito il denaro.
Crisi dei mercati e inflazione
Tra i segnali più importanti della crisi dei mercati finanziari c’è l’aumento spropositato del prezzo dell’energia e di quello dei generi alimentari. Se si pensa che questa situazione si è verificata subito dopo le problematiche legate alla catena di approvvigionamento del post-pandemia, risulta chiaro come l’inflazione sia stata qualcosa di inevitabile. Per essere più precisi, il tasso di inflazione ha raggiunto, in tutto il mondo, lo stesso livello degli anni Settanta. A risentirne sono i mercati obbligazionari, in particolare dove sono aumentati i costi di finanziamento. Così l’euro scende più del 12%, raggiungendo il picco più basso da quando è stato introdotto nel mercato, il 1999. Euro e dollaro hanno raggiunto un valore simile, mentre la Bce non si sta dimostrando in grado di poter ripristinare il valore della valuta comunitaria nel breve periodo.
Crisi dei mercati finanziari e il gaso russo
Da quando è iniziato il conflitto tra la Russia e l’Ucraina, ci sono stati diversi fatti che hanno portato a una crisi dei mercati finanziari. Tra questi forse il più evidente e il più discusso è la diminuzione dei flussi di gas russo. Secondo alcuni esperti, si assisterà a ulteriori tagli legati alla fornitura di gas. Italia e Germania subiranno il contraccolpo maggiore perché sono le zone che dipendono di più dal combustibile russo. Certo la situazione mette in allarme, soprattutto se si tiene in conto che, dallo scoppio del conflitto, i principali gasdotti europei hanno visto una diminuzione dei flussi del gas del Cremlino del 75% circa. C’è chi sostiene che Mosca voglia utilizzare tutte le sue risorse naturali per trasformarle in vere e proprie armi. Eppure, la Russia ha dichiarato ufficialmente che i tagli che ha attuato non siano stati premeditati. Fatto sta che l’Ue ha affidato alla Russia, prima che invadesse l’Ucraina, il 40% della produzione del gas. Per questa ragione il combustibile è passato da 50 euro/MWh a 270 euro/MWh in meno di un anno.