Coronavirus, rincari in molte città italiane. Codacons: “pesanti ingiustificati. Rischio contrazione del mercato“
Coronavirus, rincari in molte città italiane. Lo ha denunciato il Codacons, ma ce ne siamo accorti tutti: il mondo post epidemia è notevolmente più caro. In alcuni casi, gli scontrini sono lievitati del 50%. Tra i settori più colpiti dal caro prezzi, bar, parrucchieri ed estetiste, ma non mancano segnalazioni su studi dentistici, elettrodomestici e generi alimentari come frutta, verdura e surgelati.
Non solo Covid Tax al bar, anche aumenti di quasi il 50% su tanti scontrini
Qualche settimana fa, è diventata famosa la Covid Tax, introdotta nello scontrino di molti bar per giustificare l’aumento dei costi di sanificazione. Ma il caro prezzi non si ferma e le associazioni di consumatori sono unite nel denunciare una situazione sempre più allarmante.
“Negli ultimi giorni le segnalazioni sono aumentate e il rischio è che la crisi economica potrebbe ulteriormente aggravarsi“, dichiara Codacons.
In un momento di crisi economica come quello attuale, in cui molti cittadini hanno una capacità di spesa ridotta perché privi di entrate o sotto Cassa Integrazione, l’aumento dei prezzi rischia inevitabilmente di creare squilibrio tra domanda e offerta.
” È vero che la crisi ha colpito tutti, ma rifarsi sulle tasche dei consumatori è scorretto“, tuona Ugcons.
Le associazioni chiedono di intervenire calmierando i prezzi prima che sia troppo tardi, cercando di evitare lo sciacallaggio del tipo “mascherine e igienizzanti” che ha colpito i cittadini nella prima fase dell’epidemia da Covid-19.
Nel frattempo, la Procura di Milano e l’Antitrust indagano su questi aumenti selvaggi.
“L’Istat ha segnalato un aumento del prezzo di generi alimentari del 2,8%, è un tasso che riguarda centinaia di prodotti. Noi abbiamo registrato un aumento del 30-40-50% di prodotti tipici dell’agroalimentare, come frutta e verdura. C’ è un aumento considerevole di specifici settori che sono quelli che vanno alla grande per quanto riguarda i consumi delle famiglie“, conclude allarmato il Codacons.