Confindustria ha messo a punto di recente una ricerca in cui ha potuto tastare il polso all’industria italiana. La situazione non si presenta di certo rosea, e seppure viene confermata una situazione che da tempo è già sotto lo sguardo di tutto, i dati evidenziati si rivelano essere alquanto preoccupanti. Cerchiamo di approfondire lo studio condotto dagli esperti, e di delineare i prossimi scenari possibili, per la nostra economia.
Confindustria: industria italiana a rischio
Confindustria ricerca nei dati la spiegazione di ciò che sta accadendo all’economia italiana. Con il suo report è stata compiuta un’attenta analisi, del comparto industriale italiano, andando a prevedere il un suo futuro, a breve termine.
Tutto lascia presagire che il settore possa vivere un periodo stagnante, in cui vari fattori ne vadano a determinare un’evidente sofferenza. La tanto attesa ripresa economica italiana già preannunciata nel 2021, tarda ad arrivare.
Secondo i dati emersi Confindustria con una nota stampa così si esprime in merito all’attuale situazione, che il secondo comparto produttivo italiano, sta patendo: “La produzione industriale italiana è stimata in forte caduta a gennaio, -1,3%, dopo -0,7% a dicembre. La contrazione è dovuta al caro-energia (elettricità +450% a dicembre 2021 su gennaio 2021) e al rincaro delle altre commodity che comprimono i margini delle imprese e, in diversi casi, stanno rendendo non più conveniente produrre”.
Quanto emerso in merito allo scorso dicembre, mostra un calo produttivo pari a – 0,7%. Per il primo mese del 2022 ci si attende un ulteriore contrazione dei dati. Gli ordini stentano a riprendere la salita, mostrando un timidissimo + 0,3%, rispetto ad un + 0,5 % registrato a dicembre 2021.
Confindustria indica i motivi della crisi industriale
Il settore industriale sta vivendo uno dei suoi momenti più difficili. Sono molte le concause che ne determinano l’affossamento. Lo spettro della crescente inflazione, invita alla cautela in ogni caso. Inoltre è sempre più presente l’incidenza legata alla carenza dell’energia e degli approvvigionamenti tecnologici.
Il dato diviene ancora più preoccupante se lo si considera a livello europeo. secondo quanto riportato da l’Eurozone Recovery Tracker, è l’Europa tutta a vivere in questo stato di sofferenza industriale. La produzione ha perso per strada il 28% della sua produttività, solo nelle prime due settimane del nuovo anno. A fare da contraltare a tale dato, sono state prese in considerazione le ultime due settimane di dicembre 2021.
Le materie prime hanno prezzi che stanno volando in alto, ad una velocità incontrollata, andando così a rendere sempre più esigui i proventi delle Aziende italiane. Molti piccoli industriali stanno considerando di cessare la loro attività, proprio in queste ultime settimane. Ormai non c’è più un margine d’impresa che consenta di poter proseguire dignitosamente, con alcune produzioni.
Altra voce che incide pesantemente sullo stallo industriale, e l’esigua offerta di personale qualificato, che lascia migliaia di posti vacanti nel settore dell’industria italiana. Anche l’esportazione dei nostri prodotti si va via via sempre più assottigliando. I costi per portare oltre confine i nostri prodotti stanno lievitando, così come i costi di spedizione che non sono mai stati così esosi, come in questi ultimi tempi. Ecco quindi che conseguentemente anche i tempi delle consegne si allungano, dando spazio così alla concorrenza locale, negli altri Stati.