Casa in affitto, per molti italiani sembra essere la soluzione ottimale per mettere a punto una decisione abitativa. Con l’affitto l’inquilino non è tenuto all’esborso di somme da versare in anticipo a de esempio, nell’attesa dell’accensione di un mutuo.
Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, su come possa essere possibile ottenere la riduzione del suo canone di locazione. Può accadere infatti che nel corso del tempo possano sopraggiungere ulteriori necessità, o che si stiano affrontando periodi difficili, sul fronte lavorativo. Vediamo come ci si può comportare in tal senso.
Casa: cos’è il contratto d’affitto
Con la definizione di contratto d’affitto andiamo a prendere in esame un accordo scritto, che ha per oggetto uno scambio tra le parti coinvolte. Avremo quindi un proprietario d’immobile che ne concede all’inquilino coinvolto nel contratto, l’uso. Questi a sua volta verserà una somma stabilita a cadenza mensile, per l’uso immobiliare.
Nel corso del tempo potrebbe accadere che la somma concordata inizialmente per la locazione immobiliare, acquisti un maggior peso sull’economia dell’inquilino, tanto da metterlo in difficoltà. Cosa fare quindi a questo punto? Non c’è una procedura universale in queste situazioni, se non una contrattazione tra le parti. Sarà quindi opportuno giungere ad un accordo con il proprietario di casa, al fine di ottenere una riduzione della locazione.
Vi sono situazioni però in cui l’inquilino ha diritto comunque ad una riduzione di quanto versato mensilmente a titolo di affitto mensile. Cerchiamo di vedere meglio di cosa si tratti.
Casa in affitto: è possibile avanzare richiesta di riduzione del canone?
Di norma il canone di locazione viene concordato tra le part5i al momento della stesura del contratto. L’importo tiene conto di vari fattori, tra cui le indicazioni fornite dal mercato immobiliare. Con il canone concordato inoltre vi è la possibilità di prevedere un affitto che non vada a superare i valori massimi che sono previsti dagli accordi collettivi tra inquilini e proprietari.
È bene sapere che in ogni caso le parti coinvolte nel contratto di locazione immobiliare, potranno sempre optare per la riduzione del canone di locazione, sia nel corso della durata del contratto, che al momento del suo rinnovo. Nella prima opzione si potrebbe trattare di una correzione temporanea del contratto, avente la durata stabilita a seguito di un accordo tra proprietario e inquilino.
Resta inoltre inteso che il conduttore in ogni momento potrà avanzare richiesta per vedersi ridurre l’affitto. La contrazione delle somme pattuite, saranno avallabili solamente dopo approvazione da parte del proprietario dell’immobile.
Riduzione del canone di affitto: diritto e regole
In alcuni casi la riduzione del canone di affitto non è una possibilità ma un diritto dell’inquilino. A tal riguardo la legge italiana prevede che il conduttore possa avere una riduzione del canone nel caso in cui siano evidenti dei difetti dell’abitazione che ne limitino l’uso.
D’altro canto però è bene rammentare che ogni modifica apportata all’importo dell’affitto dovrà essere obbligatoriamente comunicata all’Agenzia delle Entrate. Bisognerà provvedere alla comunicazione di diminuzione del canone, anche online, attraverso il modello RLI. Non vi è necessità di bollo, in questo caso. Le parti avranno a disposizione 30 giorni a partire dalla data di modifica contrattuale, per poter provvedere.
Ti potrebbe interessare anche: https://www.mentefinanziaria.it/casa-bonus-affitto-2022-cose-e-come-si-richiede/