Arriva il calendario definitivo che consente di accendere i termosifoni in tutta Italia. Rispetto agli anni precedenti si sta assistendo a un ritardo per dare il via all’utilizzo del riscaldamento domestico. A dirlo non è solamente il piano del ministero della Transizione ecologica emanato a settembre al fine di contrastare la crisi energetica. Sono d’accordo anche molti sindaci che, attraverso delle ordinanze locali, hanno deciso di ritardare ancora la data per l’accensione. Le temperature sono più alte, se si considera la media stagionale, per cui si può attendere qualche tempo in più.
Calendario definitivo: le nuove regole
Roberto Cingolani, ex ministro, aveva varato delle nuove regole per l’accensione dei riscaldamenti. Le stesse sono state confermate anche dal ministro attuale, Gilberto Pichetto Fratin. Ecco che il riscaldamento si può accendere nelle abitazioni domestiche per 15 giorni in meno. Si tratta di 7 giorni di posticipo e 8 di anticipo. Ecco che anche in zone fredde del territorio italiano non si è potuto usare il riscaldamento prima del 22 ottobre. In aggiunta, si dovranno tenere 19 gradi come temperatura massima. Si tratta di 2 gradi in meno rispetto gli anni passati. L’impianto di riscaldamento dovrà restare acceso, al giorno, un’ora meno. Il nuovo Regolamento del ministero ha l’obiettivo di rendere reali i risparmi utili europei. In questo modo si potrà far fronte alle possibili interruzioni totali dei flussi di gas provenienti da Mosca. L’obiettivo del governo si rivela alquanto ambizioso. So tratta infatti di avere un risparmio che potrebbe raggiungere i 5,3 miliardi di metri cubi di gas. Per il momento l’Italia si sta attendendo al piano volontario, ma si potrebbe anche decidere di dover risparmiare gli obblighi per il risparmio energetico voluto dall’Unione Europea.
Calendario definitivo: divisione dell’Italia in 6 zone
Il calendario definitivo per l’accensione dei termosifoni in Italia non è lo stesso in tutto il territorio. Ecco che le misure sono state applicate in modo differente a seconda delle zone climatiche che hanno suddiviso la nostra nazione. La divisione è stata stabilita da un decreto emanato dal presidente della Repubblica in carica nel 1993. Questa prevede zone che vanno dalla A alla F a seconda del clima medio registrato. Non si considera, nel calcolo, la latitudine. Un territorio si inserisce quindi in una determinata zona utilizzando un coefficiente di calcolo che tiene in conto gradi-giorno. Si misura poi la differenza della temperatura media tra gli ambienti interni e quelli esterni. Da qui è stata possibile la suddivisione in aree climatiche in Italia. Stando al piano di Cingolani, l’accensione dei termosifoni avverrà secondo le seguenti Zone:
- A per 5 ore al dì nelle date 8/12 fino al 7/03;
- B per 7 ore giornaliere a partire dall’8 dicembre fino al 23 marzo;
- C per 9 ore al giorno, date 22 novembre – 23 marzo;
- D per 11 ore al dì in date 8 novembre – 7 aprile;
- E per 13 ore dal 22 ottobre al /04;
- F non ha alcuna limitazione.
Rispetto questa suddivisione, fanno eccezione solamente i comuni di Torino, Milano e Bologna. In queste città si sono disposte delle regole differenti e particolareggiate. Lo hanno deciso i rispettivi sindaci, con l’accordo di tutti i cittadini residenti nelle tre città italiane.