Bond Corea del Sud. Acquisto importante di obbligazioni coreane da parte dei fondi stranieri. I bond di Seul fanno gola non solo in Asia.
Bond Corea del Sud. Complice la capacità dimostrata nel contenere l’epidemia da Coronavirus, complice il Pil avanzato, nel 2020 i fondi stranieri hanno acquistato 22 miliardi di dollari netti di bond coreani. Differente destino, invece, è toccato ai bond di Indonesia, Taiwan, India, Messico, Turchia e Sudafrica, che hanno visto liquidare ben 41 miliardi.
Corea del Sud: la pronta reazione al Coronavirus
C’è da ammettere, innanzitutto, l’elevata capacità di reazione all’epidemia da Covid-19 da parte di Seul, dove il numero dei positivi è stato contenuto a 11 mila e il tasso di mortalità è stato arrestato al 2,5, percentuale notevolmente inferiore a quella italiana o statunitense.
Rating di classe A: i bond coreani sono un safe asset
Non finisce qui. La Corea del Sud vanta un Pil da “paese avanzato“, tanto da essere classificata Aa2 da Moody’s, AA da Standard & Poor’s e AA- da Fitch. Una valutazione che fa gola anche a qualche paese europeo, Italia inclusa.
Così, i bond coreani sono diventati un safe asset per l’Asia, con rendimenti attorno all’1,50% per il decennale e un’inflazione ad appena lo 0,1% annuo. Un abisso, se confrontato con il rendimento di 0,47% di Taiwan.
Valuta stabile e rendimenti elevati
Il cambio del won coreano è, inoltre, sostanzialmente stabile. Quest’anno, infatti, ha perso il 6% contro il dollaro, ma negli ultimi 10 anni, il range di oscillazione si è attestato attorno al 18%, considerando il massimo e il minimo.
Un rating importante e una valuta stabile sono la ricetta dei bond coreani che, di conseguenza, possono offrire agli investitori rendimenti più alti di quelli americani, europei o giapponesi.