zL’assegno talvolta può essere una modalità di pagamento che mette a rischio l’incasso della somma dovuta. In caso di assegno scoperto si è al cospetto di un comportamento illecito che determina tutta una serie conseguenze, per chi lo emette.
Cos’è un assegno scoperto
Quando si appone la propria firma su di un titolo, in questo caso l’assegno di conto corrente su cui non vi sono depositati fondi sufficienti, si sta emettendo un assegno scoperto. Di solito questa eventualità si può presentare con più frequenza nelle transazioni tra privati. Infatti in questi casi a determinate le transazioni a mezzo assegni personali molto spesso è l’alto livello di conoscenza e di fiducia.
In questi casi sarà la banca stessa a comunicare all’emittente del titolo la mancanza dei fondi a copertura dell’importo indicato. Il cliente della banca verrà sollecitato a provvedere al versamento dell’importo entro un dato lasso di tempo, per evitare di incorre in spiacevoli conseguenze.
Come recuperare la somma del credito
Il primo avviso rivolto al contocorrentista sarà in forma bonaria, il più delle volte. Di norma l’istituto contatterà una seconda volta colui che ha emesso un assegno scoperto, invitandolo a provvedere al versamento della somma mancante a copertura importo.
Se anche nella seconda chiamata la sollecitazione da parte della banca non verrà presa in considerazione, l’istituto si riterrà autorizzato a procedere. Verrà avviato quindi un iter che definisce il protesto del titolo bancario. Ciò andrà a determinare in seguito tutta una serie di conseguenze a carico di colui che ha emesso il titolo privo di fondi.
A questo punto è lecito pensare anche al creditore del titolo, che vede sfumare così la sua possibilità di recuperare la somma spettante, in maniera semplice.
Come recuperare le somme spettanti, da un mancato pagamento con assegno
Seppure con qualche difficoltà, non sarà di certo impossibile per il creditore, arrivare al recupero della somma spettante dichiarata tramite un assegno.
La prima azione da parte del creditore sarà quella di accertare lo stato patrimoniale del creditore. Basterà informarsi se possiede beni di qualche tipo, un lavoro o un patrimonio al fine di dedurre la sua solvibilità del credito.
Da non accantonare mai l’opzione di arrivare ad un concordato con colui che ha emesso l’assegno scoperto, proponendo semmai un piano di rientro attraverso tranche di minore importo, o una definizione a saldo e stralcio della somma dovuta.
Tale soluzione dovrebbe essere allettante per il debitore che andrebbe ad evitare la propria iscrizione alla Centrale di Allarme Interbancaria (CAI). L’iscrizione in tale banca dati, preclude l’accesso ai servizi finanziari futuri, nonché all’apertura di un conto bancario o al rilascio di carta di credito.
Un’ultima possibilità di recupero del credito da parte del destinatario dell’assegno bancario scoperto, si potrebbe profilare attraverso l’avvio di una causa giudiziale. Tale soluzione ormai ha assunto tempi più contenuti nella sua evoluzione. In caso di presenza di beni, stipendi o di un patrimonio aggredibile, il credito sarà presto risarcito. Talvolta le soluzioni più estreme si rivelano essere quelle più efficaci e veloci.