Alzheimer quale patologia in costante diffusione, nella nostra era moderna. Nel mondo a quanto pare i casi sono in continuo aumento, ma non c’è ancora modo di conoscerne la causa scatenante. Purtroppo tale patologia cognitiva degenerativa risulta essere tutto un insieme di concause. Si rende necessaria un’assistenza continua per coloro che ne sono colpiti, che stravolge il menage di milioni di famiglie in tutto il mondo. Queste vanno a decretare una lenta degenerazione del tessuto cognitivo celebrale. Vediamo nel dettaglio come una comune bevanda, possa in qualche modo venire in aiuto a coloro che sono affetti da tale implacabile patologia.
Alzheimer e alimentazione
Che una corretta alimentazione possa portare a inevitabili ripercussioni positive sulla nostra salute, ormai è cosa nota a tutti. Vi sono poi degli alimenti che se assunti in maniera adeguata, possono favorire il rallentamento di alcune patologie.
Oggi tutti noi anche senza rendercene conto, poniamo molta più attenzione a ciò che mettiamo sulle nostre tavole. La sana abitudine di leggere le etichette informative dei prodotti alimentari, e la crescente attenzione verso il biologico, ne sono la riprova. Sarebbe sempre una sana regola quella di affidarsi a degli esperti della nutrizione, al fine di riuscire a mettere a punto la dieta alimentare a noi più congeniale. Così facendo avremo un adeguato supporto al nostro stile di vita, evitando i fai da te. E proprio da un team di studiosi è partito un nuovo studio alimentare che ha come focus l’Alzheimer.
Caffè e l’Alzheimer: la sorprendente scoperta
Un importante istituto di ricerca universitario sito in Australia, ha voluto mettere in evidenza la correlazione tra l’abitudine di assumere caffè, e la degenerazione cognitiva derivante dall’ Alzheimer. La bevanda scura è tra le più diffuse al mondo, e la sua assunzione specialmente per noi italiani, è un rito sociale che si ripete anche più volte nell’arco della giornata. La ricerca scientifica è stata compiuta su un campione di 227 anziani che sono stati seguiti assiduamente, nell’arco temporale di 10 anni. Sono stati monitorati parallelamente il loro declino cognitivo, e l’assunzione di caffè.
Ecco perché assumere caffè potrebbe fare la differenza tra gli anziani
Lo studio australiano sul campione di anziani, ha messo a segno dei risultati davvero interessanti. A quanto pare dati alla mano, un consumo più alto di caffè, andrebbe a rallentare il declino cognitivo. Un’altra notizia positiva evidenziata dallo studio è che l’assunzione della bevanda, favorirebbe la minore incidenza che da deficit cognitivo lieve, possa degenerare in Alzheimer.
Questa ricerca ora apre nuove strade al trattamento della patologia che con il suo irreversibile degrado cellulare a livello celebrale, risulta essere ad oggi ancora incurabile. Si potranno attuare nuovi protocolli volti alla prevenzione, o al peggioramento della patologia. Purtroppo tale malattia non colpisce solamente in tarda età. Vi è una casistica molto importante, anche in soggetti che non arrivano ancora ai 50 anni.
Forse con il nuovo risultato della ricerca australiana che mostra gli evidenti benefici dell’uso di caffè a contrasto della demenza, potrà fornire dei validi suggerimenti in merito alla prevenzione dell’Alzheimer. Il morbo oltre a decadimento mentale negli anziani e non solo, porta a una degenerazione di tutte quelle che sono le funzioni fondamentali per il nostro organismo. Con questi nuovi risultati ancora una volta si cercherà di giocare in anticipo, con l’Alzheimer da combattere, quando non lascia scampo.