Per quest’inverno c’è chi parla di allarme pompe di calore. La Commissione Europea ha infatti deciso un piano di razionamento energetico che potrebbe mettere in difficoltà almeno un milione di famiglie italiane. Per loro sarebbe una vera e propria beffa perché hanno scelto di rinunciare ai combustibili fossili, installando le pompe di calore al posto della caldaia a gas. Tra l’altro, si tratta di una scelta che è in linea con i piani dell’Unione Europea che vuol mettere in atto entro i sette anni a venire e che fa parte del progetto RePower Eu. Una decisione del genere da parte dell’Ue non farebbe altro che disincentivare tutte quelle famiglie che vorrebbero passare all’elettrico come fonte di riscaldamento.
Allarme pompe di calore: cosa succede
L’Arse, Associazione per il Riscaldamento Senza Emissioni, ha lanciato l’allarme pompe di calore. L’organizzazione ha tenuto in conto il piano di razionamento dell’energia messo in atto per far fronte alla mancanza di gas causato dalla diminuzione drastica di flussi provenienti dalla Russia. Il piano dell’Ue fa si che i consumi siano limitati durante le ore di picco della giornata, così da limitare l’utilizzo del gas che serve per le centrali elettriche.
A detta dell’Arse, però, la suddetta scelta andrebbe a penalizzare tutte le famiglie che utilizzano le pompe di calore. Ridurre i consumi significa infatti l’impossibilità di mantenere accesi due elettrodomestici in contemporanea. Vien da sé che le pompe di calore potrebbero non funzionare come hanno sempre fatto. Ecco che l’Arse ha richiesto al Governo di poter garantire a chi ha questo impianto di riscaldamento una potenza minima. In caso contrario, si rischierebbe di restare al freddo e senza acqua calda nei mesi più freddi dell’inverno. Sarebbe una presa in giro per ha deciso di dire addio ai combustibili fossili. D’altronde, la scelta che l’Unione Europea ha voluto mettere in atto non combacia affatto con il progetto RePower Eu. Secondo questo piano, l’Ue ha intenzione di mettere al bando tutte le caldaie a gas entro l’anno 2029. Così le famiglie italiane non sarebbero affatto incentivate a passare a una soluzione alternativa elettrica, come la pompa di calore.
Allarme pompe di calore: il piano di razionamento della Commissione Europea
L’inverno che sta per arrivare si preannuncia particolarmente difficile e la causa è il conflitto tra Russia e l’Ucraina. Dopo lo scoppio del conflitto la nazione del Cremlino ha diminuito i flussi di gas nel vecchio continente e si rischia uno stop completo. Per questa ragione la Commissione Europea si sta muovendo per garantire un piano di razionamento dell’energia elettrica, così da usare meno gas possibile all’interno delle centrali elettriche. Siccome è impossibile chiedere a tutti i cittadini di razionalizzare i consumi, si fa appello ai contatori smart meter. Questi rappresentano una tipologia di contatori di ultima generazione ed elettrici che pian piano vanno sostituendo quelli vecchi. Solo in Italia ci sono almeno 35 milioni di famiglie che hanno optato per questi contatori smart. Attraverso questi, l’Ue ha intenzione di razionalizzare il consumo dell’energia del 10% rispetto la media nazionale. La percentuale scende al 5% nella fascia che va dalle 8 del mattino alle 19.