Arriva l’allarme mutui a causa dell’aumento dei tassi di interesse. Già da tempo erano al 4%, ma adesso sono passati a un nuovo rialzo. Così si può vedere quasi la soglia del 5%. L’allarme è stato lanciato dalla Federazione autonoma bancari italiani, la Fabi, a seguito di un’analisi condotta di recente. La preoccupazione maggiore è la decisione della Bce di rialzare nuovamente i tassi per i prestiti. Ecco che, se il governo non decide di intervenire e aiutare i giovani tramite il Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa, allora la crisi sarà imminente. Nel momento in cui l’Italia si mette in confronto con il resto dell’Eurozona, di certo non si trova in una buona posizione. Ad esempio, la Francia ha dei tassi di interesse, sia per mutui che per prestiti, a metà del valore dell’Italia.
Allarme mutui: perché colpiscono di più l’Italia
Il fatto che le decisioni della Banca centrale europea colpiscano maggiormente l’Italia, rispetto ad altri Paesi, è legato al fatto che le banche italiane hanno dato meno finanziamenti alle imprese e famiglie rispetto al resto d’Europa. Si riscontra la peggiore crescita degli ultimi cinque anni, pari allo +o,4%. In passato, il trend si aggirava sull’1,2%. Nel 2022 sono subentrati nuovi fattori di incertezza che hanno aumentato la volatilità dei mercati. Ecco che i tassi in rialzo non andranno di certo a migliorare la situazione. Le manovre della Bce sono sicuramente pensate per frenare l’inflazione, ormai a doppia cifra da tempo. Allo stesso tempo, però, aumenta il rischio di debito da parte di imprese e famiglie italiane.
Allarme mutui: i tassi continuano a salire
Scatta l’allarme mutui da parte di Fabi. Il motivo è legato ai tassi di interesse che durante questi ultimi mesi sono aumentati ancora. Di certo, la situazione non è stata ben vista e potrebbe addirittura aumentare la sfiducia già alimentata durante a partire dal 2020, anno della pandemia e dell’inizio dello stato d’emergenza sanitaria. Le cose non sono migliorate con lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, con l’aumento dell’inflazione e della crisi energetica. Adesso Fabi lancia un nuovo allarme e lo fa su due versanti. Da una parte ci sono i tassi per prestiti e mutui che rischiano di raggiungere il 5 percentuale, dall’altra aumenta lo spread per i prestiti concessi in precedenza. Se si tiene in considerazione il periodo che va dal 2018 al luglio del 2022, si nota come le famiglie italiane abbiano aumentato il loro credito di 46,5 miliardi di euro, ovvero +7,4%. Per quanto riguarda invece le imprese, tenendo in conto il medesimo periodo, xsi registra una diminuzione degli investimenti totali di 8,7 miliardi di euro. Le banche non solo finanziano meno imprese e famiglie, ma talvolta, come è accaduto in agosto, i segnali erano di stallo completo.
Allarme mutui: aumenta la sfiducia
I tassi di interesse nel territorio italiano sono i più alti rispetto il livello medio della zona euro. Questo se si tengono in considerazione tutte le tipologie di crediti al consumo, mutui ipotecari e prestiti. Stando ai dati, si nota come il costo del credito legato alle famiglie italiane raggiunge il +18 punti rispetto la media. Questo per un mutuo ipotecario che abbia una scadenza che va da 1 anno ai 5 anni. Il medesimo prestito, con scadenza a dieci anni, raggiunge i +32 punti base.