All you can eat è una diffusa formula adottata di recente nella ristorazione anche in Italia, che consente di mangiare a sazietà, ma a prezzo fisso. Ora però tale formula messa a punto principalmente dai ristoranti giapponesi o cinesi, è al centro di diverse inchieste. Le ricette orientali a prezzi praticamente irrisori, possono nascondere delle insidie, ai danni della salute dei clienti. Scopriamo di cosa si tratta, quando il business della ristorazione fa rima con la nostra salute.
All you can eat: la formula che attira l’attenzione, anche di Altroconsumo
Sicuramente il cliente che siete ad un ristorante giapponese o cinese che adotti tale formula commerciale, si dovrebbe porre una fondamentale domanda. Come è possibile proporre portate a base di pesce crudo, a prezzi così bassi? Basti pensare a quanto sia il divario tra un menù italiano, e uno che permette di magiare tutto quello che si vuole (anche pesce crudo), a prezzi davvero imbarazzanti.
La risposta risiede tra le altre cose, sicuramente anche nella qualità offerta. Proprio a tal proposito ha voluto compiere qualche indagine accurata, Altroconsumo. Sono così passate al vaglio dell’associazione a tutela dei consumatori, la qualità dei piatti, l’igiene, e i riguardi verso le norme sanitarie. il fulcro dell’inchiesta a tutela dei consumatori ha veduto il coinvolgimento di All you can eat Roma e All you can eat Milano.
Roma e Milano sono passate sotto la lente dei controlli
Ecco che Altroconsumo ha avviato un’accurata indagine, per vederci chiaro nella formula All you can eat, nei ristoranti orientali. Il primo elemento valutato è stata la condizione igienica generale, che non è stata di certo fra le migliori. Bisogna fare molta attenzione.
Nel capoluogo lombardo 3 ristoranti hanno evidenziato grandi lacune in merito all’igiene del tavolo e delle pietanze. Nella Capitale invece 2 ristoranti hanno presentato carenze in merito alla quantità scarsa di pesce nelle portate, e per il mancato rispetto delle normative vigenti in marito al Covid-19.
Quando l’igiene non è tra le priorità dell’All you can eat
Soprattutto nell’ambito della ristorazione, è richiesto il rispetto di tutta una serie di normative, legate all’igiene nei locali. Altroconsumo ha puntato il dito quindi su precisi parametri quali: la pulizia dei tavoli, la qualità della pulizia offerta nei servizi igienici, e il rispetto delle normative vigenti, in merito al contrasto del Covid-19.
Ecco quindi che sono stati effettuati dei tamponi su tavoli e bicchieri presenti sui tavoli del locale, al fine di stabilirne il livello d’igiene. Nella maggioranza dei casi esaminati i tamponi non hanno evidenziato cariche batteriche preoccupanti, anche se a Milano 3 ristoranti non hanno superato l’esame. È stata riscontrata un’alta concentrazione di batteri.
Una buona notizia arriva dall’indagine condotta in merito all’igiene nei locali. Bagni e ambienti sono risultati essere idonei, così come anche il personale in sala, che presentava in ogni caso uniforme pulite, e una mascherina indossata correttamente. In cucina però la situazione non è risultata essere tra le migliori: 5 ristoranti su 20 ha veduto il personale con mascherina abbassata, e in un episodio l’addetto alla preparazione era sprovvisto di cuffia.
Qualità del cibo
Altro attento controllo effettuato nei ristoranti All you can eat, è stato rivolto ovviamente al cibo. La quantità di pesce nei piatti di norma ne prevede 15 g circa su 20-25 g di riso. Solo 5 ristoranti mostrano tale parametro. La temperatura delle portate è stato un altro tasto dolente. È stato riscontrato che nella maggior de gli all you can eat la temperatura del cuore del nigiri ad esempio, andava a superare i 20°.
Un dato molto differente dai 10° ottimali per le pietanze fredde. Proprio tra i 10°-50°C è da tenere a mente che si manifesta il rischio che si possano sviluppare con facilità microrganismi patogeni, molto pericolosi per la salute dell’uomo. L’analisi in laboratorio di alcune pietanze tipiche come il piatto a base di alghe goma wakame, solo in due o mostrava la presenza di stafilococchi ed enterobatteri. Un segnale questo, della scarsa igiene. Nella tipica pietanza nigiri a Roma in un caso sono state evidenziate tracce di Escherichia coli. Si tratta di un batterio che abita nella flora intestinale. A Milano la stessa pietanza ha veduto la presenza di stafilococchi.