Tasse sull’affitto e Bot stanno togliendo il sonno agli italiani, in vista di una possibile riforma del Fisco. Il Governo draghi sta mettendo mano alla riforma fiscale 2023, e alle normative che regolamentano il catasto italiano. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza a tal riguardo, con uno sguardo particolare alle agevolazioni in merito alle tasse su affitto, quando vengono chiamati in causa gli studenti.
Tasse sull’affitto: cosa sta per cambiare
Si sta discutendo da tempo in merito ad una riforma del catasto, che a quanto pare necessita di un ammodernamento. In questi giorni il nostro premier ha messo in luce delle novità in merito di una possibile riforma del catasto. Draghi ha tenuto molto a precisare che pur apportando delle modifiche, non verrà aumentata la tassazione affitti su case e locali commerciali.
Tasse sull’affitto: in arrivo cambiamenti
Con la nuova riforma fiscale 2022 ecco che verranno prese di mira anche le tasse affitto. Quanto si paga di tasse sull’affitto attualmente? Di quanto andranno a variare le tasse sugli affitti? Queste sono le domande che stanno togliendo il sonno agli italiani in questi giorni.
Attualmente andando ad adottare la cedolare secca sugli affitti abitativi, oggi si può adottare un’aliquota ordinaria pari al 21% e un’aliquota agevolata fissata al 10%. Quest’ultima opzione viene riservata per gli affitti a canone concordato, nei Comuni ad alta densità abitativa, come in quelli che hanno una popolazione al di sotto dei 10 mila abitanti.
Ecco quindi che le tasse su affitto casa conseguentemente con la riforma del catasto, vedrebbero l’adozione di un’aliquota unica. Ecco quindi che si potrebbe profilare una nuova cedolare secca sugli affitti che vada ad agire su un possibile aumento della tassa locazione abitativa. Con la nuova riforma del catasto si ambisce ad un adeguamento entro il 2026, per le rendite catastali ai valori di mercato. Staremo a vedere.
L’affitto riguardante gli studenti universitari ha una propria regolamentazione. Proprio in questo periodo si decidono le nuove locazioni per moltissimi studenti universitari fuori sede. Vediamo come seguire le indicazioni in merito.
Affitto per studenti: contratto e agevolazioni fiscali
Per la stipula contrattuale d’affitto casa a studenti, è necessario andare ad utilizzare una modulistica opportunatamente studiata. Su tratta di norma di contratti d’affitto transitorio, e a canone concordato (Legge 9 /12 /1998, n.°431, articolo 5, comma 3). Si tratta della tipologia di contratto più diffusa che consente di poter utilizzare le agevolazioni fiscali in merito alla tassazione.
Inoltre si ha la possibilità di poter sfruttare il meccanismo che regola la cedolare secca del 10% sulle locazioni, in merito al reddito derivante. Le agevolazioni fiscali è chiaro che nell’affitto delle case per studenti non sono ad appannaggio esclusivo dei proprietari dell’immobile, ma vanno a toccare anche gli studenti.
A tal proposito chi studia fuori sede potrà beneficiare di alcuni vantaggi fiscali. Ad esempio è possibile portare in detrazione dai propri redditi, i canoni della locazione abitativa. Inoltre è possibile accedere al rimborso fiscale fino alla somma di € 500 all’anno.
Requisiti
Per accedere alle agevolazioni sarà necessario:
- La casa da locare dovrà sorgere in un Comune con sede universitaria
- Dovrà essere indicata la residenza dello studente
- La residenza dello studente dovrà essere in comune diverso dalla locazione.
Affitto studenti: regole, pro e contro del contrattuale del contratto transitorio
Attraverso la legge n.°431 del 9 dicembre 1998 sono state definite le principali regolamentazioni relative al contratto di affitto per studenti. In tale ambito sono state definite le agevolazioni in merito alla tassazione, e la durata del contratto d’affitto.
La legge ha così voluto definire regole e specifiche proprie, al fine di soddisfare le esigenze sia degli inquilini che dei proprietari dell’immobile. Vediamo nel dettaglio i punti principali del contratto transitorio per studenti universitari. È bene ricordare in merito a tale tipologia contrattuale, che questa non è affatto da ritenersi quale unica soluzione obbligatoria di contratto.
Il contratto si perfeziona nella durata minima di 6 mesi e massima di 3 anni. Il suo rinnovo è automatico. Il primo punto di svantaggio si riscontra nel canone di locazione. Questo infatti rimane fisso e determinato da un importo concordato. La somma da corrispondere si determina in base a criteri ben delineati da accordi sindacali e associazioni di studenti. Pertanto bisognerà rientrare tra minimi e massimi importi non gestibili dal proprietario dell’immobile.
A tale svantaggio si contrappone il vantaggio della tassazione applicabile. Infatti in questa occasione sarà possibile adottare la cedolare secca, con l’aliquota fissata al 10%. Vediamo come tale tassazione sull’affitto risulti essere nettamente inferiore dalla tassazione ordinaria Irpef. Vengono inoltre a decadere le imposte di bollo, e di registrazione sia per la stipula, rinnovo e per l’eventuale cessazione.
Da rammentare che il proprietario d’immobile potrà sempre decidere di stipulare anche altre forme di contratto di locazione, con importo libero secondo le proprie necessità.
Agevolazioni sull’affitto
Con il decreto del MIT che ha veduto l’approvazione lo scorso 16 gennaio, sono state introdotte ulteriori agevolazioni per il contratto transitorio:
- L’aliquota dell’IMU stabilita in ambito comunale, ha avuto una riduzione pari al 75%.
- Il reddito derivante dalle abitazioni locate è stato ridotto del 30% a patto che vengano indicati nella dichiarazione annuale: dati registrazione contratto, anno di presentazione IMU e il Comune in cui vi è l’immobile locato.
Anche gli studenti in qualità di inqulini potranno beneficiare della detrazione dell’IRPEF, nella misura del 19% sui canoni di locazione. Il massimo è fissato a €2.633 annuali.