Lavoro stavolta alle prese con la procedura di licenziamento. Cerchiamo di fare più chiarezza possibile, al fine di andare ad individuare quando sia possibile per il datore di lavoro andare a licenziare un proprio dipendente, durante il periodo della malattia. Sappiamo bene che fin quando il dipendente risulti essere in malattia, ha il diritto di mantenere il proprio impiego. Ma andando ad esaminare i singoli casi, vediamo quando si realizza comunque il licenziamento.
Lavoro e licenziamento durante la sua malattia
Le normative in ambito lavorativo, risultano essere alquanto chiare. È un dato di fatto che non si possa andare a licenziare un proprio dipendente, nel coso del periodo di malattia. Eppure vi è la possibilità che tale regola in alcuni determinati frangenti venga frantumata. Cerchiamo di fare quindi, un po’ di chiarezza in merito.
Lavoro: arriva il licenziamento del dipendente per motivi disciplinari
In alcune situazioni sarà la condotta stessa del dipendente, ad innescare il procedimento di licenziamento. Ad esempio nel caso in cui il dipendente assuma una condotta illecita, anche nel corso del periodo di malattia. Il comportamento del dipendente nei riguardi della sua Azienda, dovrà essere sempre rispettoso, pertanto potrebbe andare a scattare il licenziamento quando:
- Il dipendente si finga malato, adducendo una certificazione medica falsa.
- Scatterebbe il licenziamento nel caso in cui il lavoratore si renda irreperibile al fine di non essere disponibile alle visite fiscali.
- Il lavoratore si comporti in maniera da compromettere una pronta guarigione, con un celere rientro sul posto di lavoro.
- Anche nel caso in cui nel corso della malattia il lavoratore venga visto compiere un altro lavoro, ecco che scatterebbe il licenziamento.
- Il dipendente inoltre nel corso della malattia non può compiere attività di poco riguardo nei confronti del proprio datore di lavoro. Ad esempio anche la pubblicazione sui social di post poco rispettosi verso la propria Azienda, ne andrebbero a compromettere il proseguo lavorativo.
Altre concause che stabiliscano il licenziamento durante la malattia
Anche una situazione economica alquanto difficile e delicata dell’Azienda, può compromettere il proseguo del rapporto lavorativo, tra questa e dipendente. In questo caso si andrebbe a profilare quello che viene definito un licenziamento per giustificato motivo.
Tale implicazione non si andrebbe a manifestare solamente nel caso di una crisi economica o settoriale generalizzata. Talvolta il taglio economico è quello che si deve operare andando ad agire sui costi del personale interno , facilitando il raggiungimento di target economici, con maggiori utili. Tale procedura può essere attivata anche nel momento in cui il dipendente sia in malattia.
Malgrado ciò però il datore di lavoro sarà obbligato a tenere conto delle capacità professionali del lavoratore oggetto di licenziamento, cercando semmai una ricollocazione, in altro ramo aziendale, prima della definitiva risoluzione contrattuale.
Superamento del periodo di tolleranza, con conseguente licenziamento
Infine vi è un’altra ragione per la quale risulti essere giustificato il licenziamento di un dipendente, durante il suo periodo di malattia. Vi è infatti anche l’eventualità del superamento del cosiddetto periodo del comporto.
Si tratta nello specifico di quel preciso lasso di tempo di tolleranza, dell’assenza del lavoratore. Per gli impiegati la legge stabilisce 3 mesi di tempo, quando l’anzianità di servizio non supera i 10 anni. Si considerano invece 6 mesi di tempo, se l’anzianità sul lavoro supera i 10 anni di servizio.
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