Pizza come emblema da sempre, della cultura gastronomica italiana nel mondo. Ne troviamo declinazioni da quella tradizionale partenopea fino a quella riprodotta con gli ingredienti più assordi, in tutti gli angoli del mondo. A quanto pare non vi è una città per quanto sperduta, che non annoveri tra i suoi esercizi commerciali una pizzeria.
Grazie ai media ormai il pizzaiolo tradizionale la lasciato il posto ad un vero e proprio chef della pizza. Da Gabriele Bonci a Roma, fino ad arrivare a Massimo Bosco a Tempio Pausania in Sardegna, sono ormai diversi i guru della pizza in Italia, per coloro che intendano fare della pizza un business. Scopriamone un po’ di più.
Pizza le origini napoletane
La storia vuole che la pizza come noi la conosciamo abbia avuto origine nel 1889, per mano del cuoco napoletano Raffaele Esposito. Con tale piatto il devoto suddito volle omaggiare la Regina Margherita di Savoia. Da qui il nome della pizza margherita che nella sua composizione vede presenti tre colori e ingredienti base: il pomodoro per il rosso della bandiera, mozzarella per il bianco, basilico per il verde.
Evoluzione della pizza
Con il tempo la nostra tradizionale pizza ha lasciato spazio alle più fantasiose divagazioni, assumendo anche la caratteristica di “pizza gourmet”. Si tratta di una formulazione nuova in cui gli ingredienti sono d’eccellenza, dop, e anche di presidi SlowFood. Le farine, i metodi di lievitazione e la stagionalità, sono le nuove declinazioni del primordiale trancio di pizza. Anche chef stellati dal calibro del famoso Cracco, si sono cimentati nel dare nuove interpretazioni al piatto più rappresentativo del nostro Paese. Che sia al ristorante, al taglio o a domicilio, la pizza italiana mette sempre tutti d’accordo.
Delivery: business in crescita in tempo di pandemia
L’allarme pandemico negli ultimi due anni ha decisamente cambiato le abitudini alimentari degli italiani. Anche se un trancio di pizza rimane sempre un must nel veloce break di pranzo per molti lavoratori, a fare la differenza in questi mesi è stato il delivery.
Nelle nostre città di ogni dimensione, si vedono sempre più spesso frecciare rider che stanno consegnando pizze a domicilio. I gestori di pizzerie e ristoranti hanno fatto così fronte alle chiusure e ai divieti d’accesso della clientela, imposti per ragioni di sicurezza. gli annunci di lavoro pululano di richieste di rider, per pizzerie.
Le ricerche condotte in merito al il food delivery evidenziano che si chiuderà l’anno in corso con vendite pari a € 1.400 milioni. Un dato questo che fa registrare una crescita del +39% rispetto al 2020 e un +197% rispetto al 2019. Gli italiani hanno consolidato una nuova abitudine, sperimentata con il lockdown, che non abbandoneranno di certo per il 2022. Infatti si stima che l’80% degli italiani proseguirà ad utilizzare il servizio di delivery anche nei prossimi mesi, secondo una ricerca condotta da Ufficio Studi Coop, Nomisma su Nielsen. Con tale incremento cresceranno di conseguenza i noleggi per veicoli elettrici al fine di effettuare consegne in centri a traffico limitato.
Investire nella pizza
Per aprire un locale pizzeria è necessario ottenere una licenza per esercizio di vicinato e tutte quelle dichiarazioni utili per avviare i lavori in un nuovo locale, come ad esempio la Scia. La cucina dovrà essere ben attrezzata per poter soddisfare con tranquillità il flusso della clientela. Pertanto si stima che mediamente occorrano € 100 mila per l’acquisto di tutte le attrezzature tra cui il più costoso che sarà sicuramente il forno. Frigorifero, impastatrice, fornelli, piastre, celle di lievitazione non potranno mancare.
Una pizzeria a taglio con asporto necessita inoltre di almeno 2 persone tra pizzaiolo e banchista. La base di stipendio per il primo è pari a € 1.500. Sarà potrà avere una buona preparazione attraverso scuole, o corsi professionali qualificati.
Quanto si guadagna
Il rapporto tra la qualità degli ingredienti e il costo della pizza, farà sempre la differenza. Oggi un costo elevato spesso sta a determinare prodotti più ricercati per andare incontro alle esigenze della clientela, dettate da intolleranze, gusti e mode del momento. Dai € 250 mila fino ai € 400 mila, si stima possano essere guadagni accettabili per una medio /piccola impresa food.
Quindi anche se si fa presto a dire pizza, la clientela è sempre più esigente. Ma alla fine si è disposti anche a spendere di più, per una pizza consegnata a casa. A patto che questa sia rigorosamente gourmet.