Fisco in perenne lotta a contrasto dell’evasione fiscale, nel nostro Pese. Cerchiamo di comprendere meglio quando sia il caso di porre attenzione alla movimentazione di denaro in contante, per non incorrere in sanzioni pesanti.
Lotta all’evasione fiscale senza sosta, da parte del Fisco
Che la lotta all’evasione fiscale nel nostro Paese non conosca tregua, purtroppo questo è un dato di fatto. A tal riguardo anche il Governo di Mario Draghi ha messo a punto precise direttive riguardanti il contenimento delle cifre di denaro contante, da poter prelevare. Non manca occasione ultimamente, che il Governo vada ad incentivare sempre più l’utilizzo della moneta elettronica. Tale sistema di pagamenti, rende possibile mantenere una tracciabilità delle movimentazioni economiche, scoraggiando gli illeciti.
Anche l’Agenzia delle Entrate, scende in campo
Dal canto suo anche l’Agenzia delle Entrate, tiene conto di tutti i movimenti di denaro, inclusi quelli di denaro contante. Si potrebbe profilare anche l’ipotesi in cui anche voler semplicemente regalare dei soldi a Natale, potrebbe farci mettere sotto la lente d’ingrandimento nel del Fisco.
Ormai è un dato di fatto che i prelievi di denaro contante presso il bancomat, i versamenti effettuati in contanti e altre operazioni che prevedano denaro liquido, possano essere oggetto di controlli fiscali. L’intento da sempre da parte delle istituzioni, è quello di andare a rilevare l’eventuale presenza di movimentazioni di denaro, che possano risultare evasive o di riciclaggio. Effettuare un versamento o un prelievo di contante di un certo rilievo, può essere considerato un importo da sottoporre a tassazione.
Prelievi di denaro in contante: cosa si rischia con il Fisco
Nel caso in cui vengano effettuati dei cospicui versamenti di denaro contante, in caso di controlli fiscali il contribuente dovrà essere in grado di giustificarne la provenienza.
Bisognerà che questi sia nella posizione di documentarne l’inserimento nella propria dichiarazione dei redditi, ad esempio. Potrebbe anche non produrre alcuna giustifica in merito, ma tale opzione non farebbe altro che andare ad innescare tutta una serie di accurate verifiche, da parte del Fisco.
Così come previsto per i prelievi di denaro contante, anche in caso di versamenti vige un limite di tracciabilità. E proprio in questo contesto ecco che con decorrenza dal 1° gennaio 2022, il nuovo limite di contante sarà fissato a € 999,99.
Per le somme che andranno oltre tale importo prive di un’adeguata giustificazione, si potrebbe incorrere in sanzioni che vanno da € 1.000, fino alla soglia massima di € 5 mila euro. Qualora venissero a mancare delle ragioni plausibili alla movimentazione delle somme in contanti, la banca stessa procederà a trasmettere una segnalazione presso l’Unità di Informazione finanziaria (Uif).
Dopo i primi controlli effettuati da quest’ultima, potrà entrare in gioco la Procura della Repubblica in caso si sospetti un indizio di reato. Ma neanche i prelievi di contante sono immuni dai controlli da parte del Fisco. Un procedimento inverso vedrà ad esempio la sentenza della Cassazione che decreterà accurati controlli fiscali per presunta evasione. Sarà bene non superare l’importo di € 10 mila al mese, per non incorrere alla segnalazione all’Uif, con tutte le procedure pronte all’innesco.