Pignoramento stipendio ancora oggetto di novità nel 2021. A quanto pare i limiti di prelievo restano invariati, ma vengono a cambiare le riscossioni. Infatti fino alla fine dell’estate in corso, non saranno messi in atto i pignoramenti decretati. Cerchiamo di fare chiarezza su questo procedimento.
Quali sono le sospensioni del pignoramento stipendio nell’anno 2021
Ormai è cosa risaputa che la dignità individuale deve essere in ogni caso tutelata. A tal riguardo infatti la busta paga di un lavoratore più essere oggetto di pignoramento, nella misura in cui venga lui consentito comunque uno stile di vita dignitoso.
È stato stabilito che vi è un limite invalicabile al pignoramento dello stipendio, al fine di consentire il minimo sostentamento economico per vivere con dignità. Se il pignoramento si perfeziona sullo stipendio accreditato in banca, il limite può essere variabile nel corso del tempo. Se invece la ritenuta sullo stipendio viene applicata dal proprio datore di lavoro, il limite è sancito in maniera definitiva.
Sospensione del pignoramento stipendio: quando ciò accade
L’anno 2021 ha veduto stravolgimenti economici e fiscali continui. L’emergenza derivante dall’avvento del Covid- 19, ha determinato la sospensione del pignoramento dello stipendio e della pensione, per milioni di italiani. Fino al prossimo 31 agosto non saranno prelevate somme dai propri stipendi, e dalle pensioni. I pignoramenti riprenderanno il loro normale decorso, a partire dal prossimo mese di settembre. Ciò è stato sancito dall’ articolo 68, comma 1, del decreto legge n. 18/2020 (Misure di potenziamento del Servizio sanitario nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19).
Quando lo stipendio non può essere pignorato
In merito all’esenzione del pignoramento dello stipendio è bene ricordare che non ve ne sono di esenti. Infatti si potranno intraprendere azioni di pignoramento su ogni tipo e importi di salari, o pensioni. Neanche la somma salariale di poco conto esenta la richiesta di risarcimento economico. Se ad esempio si avrà una busta paga pari a € 300 al mese, l’importo massimo pignorato sarà pari a € 60 al mese. sarà sempre calcolato il minimo importo vitale per poter condurre una vita dignitosa.
Quando si pignora oltre 1/5
Vi sono dei casi in cui si può sforare il tetto massimo di pignoramento dello stipendio, pari ad 1/5. La circostanza deve prevedere la concomitanza di più pignoramenti, andando così a determinare il saldo del credito in modalità progressiva, solo se di natura differente.
Il giudice preposto andrà a formulare il pignoramento in accodo ossia con il prelievo a risarcimento dei creditori a seguire. La somma pignorata al lavoratore potrà superare 1/5 dello stipendio, ma questi dovrà essere di almeno la metà.
Minimo vitale garantito
Il pignoramento garantisce il rientro delle somme dovute dai creditori, come sancito dall’art. 543 del codice di procedura civile, in caso di insolvenza del creditore. Stipendio o pensione tuttavia dovranno garantire il minimo per il sostentamento personale o della famiglia.
Il calcolo sarà effettuato sull’importo netto delle somme percepite, ed è così ripartito:
- Una somma pari ad 1/10 dello stipendio per importi fino a € 2.500.
- La somma pari ad 1/7 dello stipendio per importi fino a € 5.000.
- Una somma pari ad 1/5 dello stipendio per importi fino a € 5.000.