e dei costiI costi incidenti in un nuovo progetto imprenditoriale devono sempre essere soggetti ad una profonda analisi, prima di scendere in campo.
Vediamo di seguito quali sono quelle tassazioni e tutti quei costi ricorrenti che vanno considerati prima di alzare la serranda di un nuovo esercizio commerciale, o all’avvio di una libera professione. È sempre ben avere chiaro in mente quale sarà il peso degli oneri a cui si andrà incontro per poter essere in grado di formulare un piano di investimento iniziale, e di ritorno in termini di guadagno
Costi nuove attività: come calcolare spese e imposte
Il primo pensiero che bisogna avere ben chiaro nell’intenzione di voler intraprendere una nuova attività o libera professione, è quello in merito al carico delle tasse. Sapere a quanto ammonteranno, e a quale regime fiscale aderire, sono i primi passi fondamentali per l’avvio in serenità di una nuova impresa.
Costi e spese per apertura Partita IVA
Per quanto riguarda il peso dei costi nelle nuove attività, sono presenti degli oneri fissi che non riguardano il regime fiscale che si vuole adottare.
Nel caso dell’apertura di una Partita Iva si possono evidenziare due tipologie di costi:
- Spese di apertura
- Costi di gestione
Partita IVA: costi di apertura
I costi da dover affrontare in relazione alla partenza di attività riguardano:
- Iter iscrizione Camera di Commercio: marche da bollo, diritti, parcella al professionista che svolge le pratiche occorrenti
Partita IVA: costi di gestione
Per costi di gestione dovremo andare a considerare in base all’attività svolta, il reddito e il tipo di regime fiscale adottato
- Tasse
- Spese
- Contributi
- Imposte
Come si calcolano le imposte sulle nuove attività
Il peso delle tasse da pagare e dei costi è sempre in relazione al tipo di regime fiscale adottato, in base al reddito che si andrà a produrre.
Il regime obbligatorio viene applicato indistintamente a tutte le società di capitali, mentre viene considerato facoltativo per le ditte individuali (che non abbiamo raggiunto nell’anno precedente ricavi oltre i €400 mila o € 700 mila a seconda dei casi), e le società di persone. Tale regime si configura come obbligo anche per le società di persone nel momento in cui avviene il superamento di tali soglie.
Il regime forfettario o agevolato può essere messo in atto con persone fisiche, professioni, e attività d’impresa che nel corso dell’anno non hanno superato la soglia di € 65 mila per compensi. Contestualmente non si dovrà aver avuto spese nel complesso superiori a € 20 mila (compensi a dipendenti e collaboratori, prestazioni di lavoro rese dall’imprenditore o dai suoi familiari).
Aliquote IRPEF, IRAP e IVA incidenti nulle Partite IVA
Si tratta delle principali imposte che hanno una differenziazione in base al regime fiscale adottato:
Il regime ordinario prevede per i redditi prodotti l’incidenza IVA al 22% e l’IRAP con aliquota pari al 3,9%. Inoltre le aliquote Irpef sono così divise:
- 23% redditi fino €15 mila
- 27% redditi tra €15 mila 1 euro e € 28 mila
- 38% redditi tra €28 mila 1 euro e € 55 mila
- 41% redditi da € 55 mila 1 euro e € 75mila
- 43% redditi oltre i € 75 mila
Il regime agevolato vede invece l’applicazione di un’imposta unica pari al 15% che sostituisce di fatto le imposte sui redditi, l’addizionale regionale e quella comunale, l’ IRAP. ).Vi è la possibile riduzione al ridotta al 5% con specifici requisiti individuati dall’Agenzia delle Entrate, per i primi 5 anni di attività. insomma tutti costi da non sottovalutare.
Contributi previdenziali
All’INPS deve essere riconosciuto un contributo fisso pari a € 3 mila annui con iscrizione al registro Imprese, nel caso in cui i guadagni siano pari allo zero.
I liberi professionisti versano invece il 27% dei propri guadagni solo in caso di bilancio in positivo.