Con Sostegni Bis, il Governo Draghi intende provvedere ad erogare un sostegno a favore dei lavoratori autonomi e dei professionisti. Il mezzo utilizzato per tale sostegno, è una nuova modalità. Ora che si deve essere pronti per un riavvio delle attività produttive, è necessario che coloro che hanno subito ingenti perdite sul proprio fatturato a seguito dell’emergenza pandemica, abbiano tutto il supporto che necessitano. Proprio a tal riguardo è stata stanziata la somma di €14 miliardi in ristori, da destinarsi alle Partite IVA.
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Sostegni bis per Partite Iva: doppi ristori e fondo perduto
La novità introdotta dal Governo Draghi in merito all’erogazione del sostegno per l’imprenditoria, consiste nel meccanismo che la regola. Il richiedente potrà scegliere in totale autonomia, la modalità di erogazione. Si potrà optare se ricevere il contributo sulla base delle perdite subite in un anno, oppure far basare il calcolo delle perdite in merito ad un periodo opzionale. Il lasso di tempo da poter considerare viene esteso fino allo scorso maggio.
Certamente tale scelta deve essere ben ponderata in quanto colui che andrà a beneficiare del contributo governativo, non avrà la possibilità di di cambiare idea successivamente.
Fanno riferimento a tale innovativa modalità di erogazione del contributo, i commi 5-14 del primo articolo della bozza del decreto Draghi: “Si prevede la possibilità di considerare un diverso periodo temporale di riferimento ai fini del calcolo del calo delle fatture e dei corrispettivi medie mensili”.
Come si calcola contributo del Decreto Sostegni bis
Il nuovo sostegno economico per l’imprenditoria italiana, si articola in considerazione della fascia di compensi o ricavi. Assistiamo quindi alla formulazione di ben 5 sezione per andare a determinare la misura contributiva:
- Il 60% di contributo per ricavi o compensi che arrivano alla soglia di €100.000
- Il 50% per ricavi o compensi compresi tra 100 e €400.000
- Il 40% per ricavi e compensi compresi tra 400 e €1000.000;
- Il 30% per i ricavi compresi tra 1 e 5 milioni di euro.
- e il 20% per i ricavi e compensi compresi tra 5 e 10 milioni di euro. Tale importo va a fissare il tetto massimo di ricavi per poter usufruire della contribuzione governativa.
Si evidenzia quindi come i contributi verranno erogati a coloro importi verranno riconosciuti a tutti i soggetti che nel 2019 abbiano sviluppato compensi o ricavi non oltre i €10 milioni, riportando nell’anno successivo un calo mensile del fatturato pari al 30%. A tal proposito verrà indicato un determinato periodo di riferimento.
La modalità di calcolo prevede l’applicazione di una percentuale alla differenza risultante tra l’ammontare medio degli stessi periodi, nei due anni di riferimento.
La bozza del decreto conferma gli stessi massimali previsti dal Decreto Sostegni, fissando la quota a €150mila.
Si potrebbe quindi definire il Decreto bis una sorta di quota a conguaglio del precedente potrebbe verificarsi che con la nuova formulazione di calcolo, possa emergere un contributo di minore importo. In quel caso , si riterrà scartata la richiesta.
Esempio della nuova formula di calcolo
Pertanto un professionista che grazie al primo decreto aveva ricevuto una somma pari a € 7 mila, avrà il diritto in automatico ulteriori €7 mila con il nuovo decreto. Se in questo caso volesse considerare anche le perdite subite nel 1° trimestre, dai calcoli emergerebbe un contributo più alto di €8 mila. Pertanto il nuovo contributo a fondo perduto sarà pari a €1. Se con il nuovo calcolo non arriverà a quota €7 mila, allora la sua richiesta non verrà presa in considerazione.
Nella bozza del decreto si evince quanto segue: “riconosciuto un ulteriore contributo a fondo perduto a favore di tutti i soggetti che hanno la partita IVA attiva alla data di entrata in vigore del presente decreto e, inoltre, hanno presentato istanza e ottenuto il riconoscimento del contributo a fondo perduto di cui all’articolo 1 del decreto-legge 22 marzo 2021, n. 41, e che non abbiano indebitamente percepito o che non abbiano restituito tale contributo”.