Attraverso il Contratto di rioccupazione, il Governo intende mettere in campo un nuovo strumento a sostegno dell’occupazione in Italia. Si intende andare a bloccare così l’emorragia dei licenziamenti, fornendo l’energia necessaria a mettere nuovamente in moto l’economia italiana. Si attende ora l’attuazione del Decreto Sostegni bis, che potrebbe includere anche questa proposta, avanzata dal ministro del lavoro Andrea Orlando.
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Contratto di rioccupazione: cos’è?
Il nuovo pacchetto governativo a sostegno dell’occupazione italiana, potrà essere applicato a tutti i settori dell’occupazione italiana. Nelle ultime settimane, si sono fatte spazio nei corridoi di Palazzo, varie ipotesi di totale esenzione degli oneri contributivi. La riforma riguarderebbe i nuovi contratti a tempo indeterminato.
Contratto di rioccupazione: come funziona?
Con tale riassetto dei contratti di lavoro, nel caso in cui si dovesse perfezionare un rapporto a tempo indeterminato, il datore di lavoro sarà esentato nel versamento dei contributi. Il contratto ovviamente dovrà configurarsi unitamente ad un periodo di prova della durata massima di 6 mesi. Gli sgravi fiscali saranno legati alla formazione. Nel caso in cui il lavoratore non dovesse essere più assunto, gli sgravi contributivi dovranno essere resi. Tale sollevamento fiscale si va ad aggiungere a quelli già in essere a quelli esistenti, in materia di assunzioni.
Contratto di rioccupazione: gli sgravi fiscali
Ma il Governo in ambito di occupazione a contrasto del periodo difficile che stanno attraversando i lavoratori italiani, sta formulando un nuovo pacchetto d’intervento.
Il Decreto Legge Sostegni Bis in ambito occupazionale sta monopolizzando l’attenzione del ministro del Lavoro Orlando e i suoi collaboratori, al fine di mettere a punto tutta una serie di strumenti a sostegno.
- Il contratto di espansione: è una proposta che punta a operare un esonero contributivo pari al 100%. Tale proposta andrebbe a riguardare tutti i dipendenti riconfermati a seguito del blocco dei licenziamenti, o alla fine della cig Covid. Inoltre con tale tipologia contrattuale, si intende abbassare la soglia delle Aziende che potranno beneficiare degli sgravi riservati a chi ha 100 dipendenti. In tal modo sarà possibile formulare ampie possibilità di scivolo pensionistico. Altra novità potrebbe interessare la possibilità di vedere rimodulato l’orario di lavoro dei propri dipendenti, così da operare riduzioni sui tempi di lavoro.
- Il contratto di solidarietà: un’altra possibile ipotesi al fine di giungere nuovi sgravi fiscali, viene offerta attraverso i contratti di solidarietà. Con tale formulazione contrattuale si prendono in considerazioni i settori del commercio, e del turismo. Le due categorie produttive risultano essere tra quelle più colpite dagli effetti dell’emergenza pandemica. Il contratto di solidarietà prevede per tutte quelle Aziende che il prossimo giugno vedranno lo sblocco dei licenziamenti, avranno una nuova possibilità da mettere in campo a favore dell’occupazione. Se le stesse avranno dovuto operare tagli occupazionali a seguito di un calo del fatturato pari al 50%, potranno formulare nuovi contratti opportunatamente rivisitati. In questo caso il lavoratore anziché essere licenziato, potrà proseguire il suo operato, ma con una contribuzione pari al 70%. Ciò starebbe a significare meno stipendio ma un posto sicuro per tutti, con condizioni di lavoro ben regolamentate.
Non resta che attendere i prossimi sviluppi del Decreto Sostegni Bis, che si certo non potrà che favorire la ripartenza economica, di cui tutti abbiamo ormai estrema necessità.