La Crisi Microchip rientra tra i settori di produzione, che sono stati colpiti dall’effetto devastante della pandemia. Si è andato ad innescare il tanto temuto effetto a cascata, su tutti i comparti industriali mondiali. Vediamo nel dettaglio gli effetti che stanno interessando il settore dell’automotive e non solo.
Crisi Microchip da Covid: che cos’è?
Talvolta i meccanismi che vanno a decretare la crisi di un settore produttivo non è la mancanza di commesse, ma al contrario l’esplosione improvvisa di richieste. Ecco cosa sta accadendo nel settore della tecnologia negli ultimi mesi, che si vede bersagliata di richieste in ogni ambito.
L’allarme Covid-19 ha costretto milioni di utenti a incrementare l’uso della tecnologia, nelle loro abitazioni. Gli studenti sono stati praticamente costretti ad allestire un angolo della casa, da destinarsi alla DAD (didattica a distanza). I dipendenti della Pubblica Amministrazione, hanno destinato zone pranzo, living, camere da letto, in piccoli uffici completi di tutto.
Aumento dell’uso di apparecchiature tecnologiche come smartphone, computer portatili e fissi, stampanti, scanner, video, gruppi di continuità e cavetterie dedicate, hanno messo in crisi le aziende produttrici. E’ bastato aver commesso l’errore di sottostimare le commesse a causa dell’avvento del Covid-19 o quello di ridurre il proprio personale, in previsione di un probabile calo di fatturato.
Cosa sta succedendo ai settori colpiti?
Ad essere colpiti da questa imprevista crisi del settore tecnologico, non sono solamente le apparecchiature destinate al lavoro attraverso computer e affini, ma il settore colpisce trasversalmente, tutti i comparti produttivi industriali.
La Crisi Microchip si profila essere un vero e proprio disastro economico. Tutte quelle Aziende che pur essendo pronte per una ripartenza della produzione su larghissima scala, si trovano in deficit per quanto riguarda la componentistica tecnologica.
Inoltre è evidente un fenomeno di cui più volte se ne riporta nota. I produttori di nano tecnologie, sono nella maggior parte dei casi allocati nell’Estremo Oriente. Ciò ha innescato un meccanismo nel quale tali produttori, hanno preferito privilegiare nelle consegne di materiale tecnologico, il proprio mercato interno. Così facendo le grandi Aziende Europee in prima battura e Americane poi, hanno accusato gravi abbattimenti sul fronte produttivo. A tal proposito basti prendere ad esempio il settore dell’automobile già da tempo in crisi.
Per poter far fronte alla carenza di componentistica elettronica di livello, molti grandi brand automobilistici hanno dovuto operare una politica di riduzione dell’offerta di optional, sulle prossime vetture in produzione. Vedremo così restringersi la gamma di strumentazioni digitali da poter offrire alla propria clientela, andando a tagliare per il momento, quella componentistica che avrebbe dato il segno distintivo. C’è chi si è veduto invece costretto a ricorrere alla cassa integrazione per i propri dipendenti, che non dispongono del materiale tecnologico, da inserire sulla catena di montaggio.
Quello a cui si sta assistendo potrebbe rivelarsi un ulteriore periodo di fermo produttivo che potrebbe essere determinante per il settore automobilistico.
Potremo assistere a serie ripercussioni produttive anche per le più grandi aziende italiane, e europee. Il settore delle quattroruote e quelli ad esso collegati in maniera diretta e indiretta, mostra segnali inequivocabili di un’imminente nuova crisi.