I TFR Statali 2020 hanno tempi di evasione che si differenziano dalla modalità vigente nel settore privato. Spesso le tempistiche sono dilatate, e a differenza dei lavoratori privati, si tratta di vedere scorrere diverse settimane o mesi alla sua evasione.
Il protrarsi dei tempi nel percepire il TFR statale, ha reso necessario formulare il decreto 4/2019, per venire incontro ai dipendenti pubblici lasciati nel limbo dell’attesa. In pratica è stato istituito un mezzo attraverso del quale i dipendenti del settore pubblico in attesa del TFR, potranno richiederne un anticipo. L’importo di tale richiesta non potrà però superare la soglia dei €45 mila, e si potrà configurare attraverso l’erogazione di un prestito bancario, a tasso agevolato.
C’è da dire che a due anni di distanza dalla sua formulazione, tale misura non è stata ancora messa in atto. Ciò è dovuto alla esegua adesione da parte degli istituti di credito, a tale protocollo dell’ABI. A quanto pare però si è profilata un’importante novità nelle ultime settimane che ha veduto il coinvolgimento in merito, da parte di Unicredit. Un segnale questo che mette in luce importanti sviluppi per vedere realizzarsi l’anticipo del TFR Statali ai dipendenti della Pubblica Amministrazione.
I tempi di evasione del TFR Statali, rimangono comunque vincolati dalle motivazioni che hanno portato al pensionamento. Si potranno distinguere quindi due principali scaglioni: pensionamento per raggiungimento di età, pensionamento anticipato, o Quota 100.
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Evasione dei TFR 2020 per il pensionamento al raggiungimento di età
Per quanto concerne i TFR Statali riferiti a coloro che vi accedono con il traguardo dell’età, o in caso di risoluzione contrattuale a scadenza, l’evasione del dovuto si profila dal 12° mese a seguire da quello che ha veduto la cessazione del rapporto lavorativo.
Coloro che sono andati in pensione durante il 2020, andranno a percepire l’importo della loro liquidazione nel corso del 2021. Tuttavia a questo lasso temporale vi è da fare un’ulteriore aggiunta. Infatti l’INPS ha a propria disposizione tre mesi di tempo per erogare la liquidazione al dipendente statale. Trascorso tale termine l’ente previdenziale dovrà includere gli interessi maturati come da legge, per ogni giorno di ritardo nell’erogazione del pagamento. Pertanto coloro che sono andati in pensione sul finire del 2020, con molta probabilità vedranno evasa la loro liquidazione, a partire dal prossimo 2022. L’importo della liquidazione per i dipendenti pubblici, potrà determinarne anche l’erogazione in diverse soluzioni:
- fino a €50 mila lordi è prevista un’unica soluzione
- da €50 mila €100 mila lordi sono previste due rate annuali
- oltre €100 mila lordi, tre rate annuali
Evasione dei TFR 2020 per il pensionamento anticipato.
Nel caso in cui invece il dipendente pubblico sia andato in pensione anticipatamente, vedrà evasa la sua liquidazione dopo 24 mesi dalla cessazione del rapporto di lavoro. Pertanto coloro che sono andati in pensione anticipata lo scorso 2020, percepiranno il TFR nel 2022. Stessa procedura per l’INPS che mantiene i suoi 3 mesi di tolleranza per l’evasione del compenso spettante, prima che vengano applicati gli interessi di legge. Sempre più probabile quindi che dalla domanda di TFR del 2020, si possa arrivare alla sua evasione nel 2023.
Evasione dei TFR 2020 per il raggiungimento Quota 100.
Tempi lunghi di attesa invece per i dipendenti pubblici che stanno aspettando la propria liquidazione grazie al raggiungimento della Quota 100. Con il decreto 4/2019 si determina che il pagamento della liquidazione si configura : “al momento in cui tale diritto maturerebbe a seguito del raggiungimento dei requisiti di accesso al sistema pensionistico”. Pertanto si dovrà attendere i tempi di maturazione per la pensione di vecchiaia o anticipata, con la tempistica dei 12 o 24 mesi come da prassi.