Buoni pasto come funzionano? Spesso ci si chiede come sia possibile poterne usufruire e quale sia la regolamentazione che ne stabilisca i beneficiari. Cerchiamo quindi di fare un po’ di chiarezza in merito a tale benefit aziendale.
Buoni pasto normativa: cosa sono e chi ha diritto ad averli
Molto spesso vediamo fare bella mostra in ristoranti, bar, self service e supermercati le insegne di diversi marchi di buoni pasto: buoni day, buoni pasto ticket restaurant e tanti altri marchi ormai sono divenuti familiari.
Ma qual è il meccanismo che li regolamenta e chi può averne? Ormai i buoni pasto si stanno trasformando velocemente in buoni pasti elettronici. Quindi ecco che alla classica tipologia di quelli sotto forma di libretto cartaceo suddiviso in tagliandi, troviamo sempre più spesso quello in formato tessera, con microchip.
Ma come funzionano i buoni pasto?
È presto detto. Si tratta di veri e propri ticket pasto emessi dai datori di lavoro a favore dei propri dipendenti. La tipologia del contratto di assunzione non è affatto rilevate, e vengono erogati anche a coloro che contrattualmente non debbano fruire di una specifica pausa per il pranzo.
Ma successivamente ci si chiede: ticket restaurant dove spenderli. È bene sapere che i voucher destinati all’acquisto di prodotti alimentari o pasti, possono essere spesi un po’ ovunque. Sempre più spesso è facile individuare i buoni pasto dove li accettano: pizzerie, bar, mense aziendali e interaziendali, supermercati, mercati vari, nonché corner e food-truck. Ecco quindi che la normativa buoni pasto in essere pone ben pochi limiti all’uso del buono pasto, se non delimitato dalle convenzioni con la ditta che li emette.
Spesso si scorge sulle vetrine dei locali, anche i più blasonati la dicitura: qui ticket elettronici, ticket pasto, ticket restaurant card esercizi convenzionati. Un nuovo segno dei tempi, all’insegna del buono pasto.
I buoni pasto elettronici proseguono nell’andare a sostituire la loro prima edizione, formulata con la tipologia cartacea. Oggi con l’avvento del digitale anche la loro tipologia fiscale si evolve, cambiando le sue modalità di erogazione. Tale innovazione offre diversi vantaggi nel loro utilizzo che diviene più semplice e più sicuro sia per il lavoratore, che l’esercente che ne accetta. Il principio su cui si basa l’evoluzione elettronica dei buoni pasto è sempre lo stesso: andare a contrastare più possibile la diffusione di movimentazioni di denaro incontrollate.
Indice dei Contenuti
Buoni pasto elettronici: cosa sono
I buoni pasto elettronici svolgono la stessa funzione con cui sono stati formulati, in forma cartacea. Da questa si differenziano in quanto non si presentano più come un blocchettino cartaceo da strappare man mano. Oggi sono delle schede magnetiche che l’Azienda distribuisce ai propri dipendenti, per spese alimentari. Sono da considerarsi una sorta di benefit aziendale che viene erogato dall’Azienda, al fine di agevolare le spese di pranzo, e trasferta.
Buoni pasto elettronici: come funzionano
I buoni pasto elettronici a partire dal 2020 grazie alla Legge di Bilancio, tornano maggiormente a vantaggio dei lavoratori dipendenti. Infatti il loro singolo valore ha visto innalzare la soglia minima da €7 a €8 cadauno. Il fine è sempre quello di andare a contrastare i pagamenti in nero, difficilmente da rintracciare.
L’unica categoria di lavoratori che ha subìto un ritocco al ribasso dell’importo del buoni pasto, è stato quello degli addetti ai cantieri e similari, che spesso non hanno possibilità di utilizzo a causa della distanza di esercizi, dal posto di lavoro. I buoni pasto non hanno alcuna incidenza ai fini del calcolo del reddito, quantomeno fin quanto si rientra nel range degli €8 (pari al doppio di quanto stabilito in precedenza con quelli cartacei).
Per l’Azienda che intenda erogare buoni pasto elettronici ai propri dipendenti, il loro acquisto risulta essere sicuro e vantaggioso. Infatti per i buoni pasto cartacei l’IVA era indetraibile. Oggi invece con quelli elettronici, il datore di lavoro potrà portarsi in detrazione l’IVA pari al 4%. La detrazione IVA cresce per soci e titolari d’Azienda, fino al 10%.
Importante sapere che il buono pasto elettronico, non può essere convertito in alcun modo in contante, o valuta. Sono nominativi e non possono essere ceduti.
Buoni pasto elettronici: dove spenderli
Con l’introduzione del Pos unico per gli esercizi commerciali, l’utilizzo dei buoni pasto elettronici è divenuto alquanto semplice. Conseguenza da non tralasciare gli esercenti hanno una maggior tutela nell’accettazione dei buoni pasto elettronici, non essendo a rischio così di ticket cartacei falsi, scaduti, soggetti a furti o smarrimento in fase di consegna, o addirittura assoggettati a errori di calcolo.
Importante sapere i buoni pasto come funzionano, per vedere recuperato il credito dei buoni. La versione elettronica permette un rientro al negoziante in 40 giorni, contro i 4 mesi della versione cartacea.
I buoni pasto possono essere utilizzati presso la grande distribuzione che ne accetta delle tipologie più diffuse come:
- Upday
- Postpay Lunch
- Ticket Restaurant
- EdenRed
Attività ristorative come: ristoranti, pub, bar, agriturismi, alimentari, minimarket o qualsiasi altra struttura adibita a vendita di bibite e alimentari, ormai accettano tranquillamente i buoni pasto.
Sempre bene chiedere con anticipo prima di effettuare un acquisto, al fine di non incorrere in disguidi. Da tenere sotto controllo la validità dei buoni pasto, che normalmente hanno 12 mesi di utilizzo. Sarà bene comunque informarsi nel dettaglio su i buoni pasto come funzionano, in quanto ogni Azienda detta regole di scadenza, in maniera autonoma.