Conto Corrente: aumenti in arrivo per i correntisti, sarà addio ai conti a zero spese?
Abbiamo assistito con piacere negli ultimi tempi ad una riduzione dei tassi d’interesse, adoperata dalla Banca centrale europea. Lo scopo di tutto ciò è stato quello di favorire la movimentazione monetaria. Tale manovra inoltre è stata formulata per fornire slancio e nuovo impulso, all’economia del vecchio continente. Gli istituti di credito europei hanno versato le loro liquidità in eccesso presso la Banca Centrale, con tasso al -0.50%. Ciò ha innescato inevitabilmente un effetto boomerang, in quanto è utopistico poter pensare che coloro che in pratica mettono a disposizioni denaro, non ne vedano nessun ricavo. Da qui la necessità per le banche di tornare a fare cassa, aumentando quindi le spese di chi è intestatario di un conto corrente.
Conto Corrente: bisogna dire addio al conto corrente a zero spese?
Tenuto conto che le banche debbano guadagnare, si potrebbe pensare che agendo sui propri contocorrentisti, si possano produrre delle entrate certe e durature nel tempo. Da recenti indagini condotte sulle spese sostenute da chi è in possesso di un conto corrente bancario, è emerso che queste nel 2020 sono aumentate dell’88.5%, rispetto all’anno precedente.
Sotto il mirino degli analisti sono finite le spese sostenute per i prelievi da bancomat, i bonifici, l’emissione degli assegni, e i canoni di tenuta conto. Viene lecito pensare che all’indomani dell’entrata in vigore della normativa che vieterà i pagamenti in contanti oltre €999,999, le spese aumenteranno in maniera esponenziale, per coloro che detengono un conto corrente bancario. Si prevede che l’uso del Bancomat sarà sempre più frequente, e farà lievitare i costi sul proprio conto, così come l’emissione di assegni o di bonifici bancari. Chi usa contanti con prelievi diretti in cassa, non sarà di certo immune dall’incidenza delle commissioni relative a tali operazioni.
Capitolo a parte lo riserviamo anche al pagamento attraverso lo sportello bancario, dei tributi quali bollo auto, tasse di varia natura, e Tari. La commissione applicata a tali operazioni in questi casi oscilla da €1.50 ad un massimo di €3.50. Pertanto potremo annoverare anche tale importo, tra le forme di rientro per gli istituti bancari, che negli ultimi tempi hanno visto andare in picchiata i tassi di interesse.
Altra considerazione alla quale si è giunti, è che il conto corrente avente un fondo esiguo sarà gravato comunque da numerose spese. Queste sommate tra loro inizieranno a pesare sull’annualità della gestione conto con il rischio di andare in rosso. Chi avrà un patrimonio importante da gestire e quindi con movimentazione molto frequente, vedrà andare in commissioni bancarie una bella fetta dei suoi risparmi.
Come preservare il proprio conto corrente, evitandone la chiusura?
Spaventa la possibile comparsa di qualche altra voce bancaria che possa andare a gravare sul proprio conto corrente, fino a farci decidere di estinguerlo. Sarebbe di certo una soluzione che andrebbe a determinare vari disagi, di ordine pratico. Dagli stessi istituti di credito viene suggerito di destinare i nostri fondi e risparmi, ad investimenti. Avendo meno liquidità sui conti correnti con conseguente meno movimentazione, si risparmierà certamente in costi di operazioni. Una maggiore affluenza della propria clientela verso l’acquisto di titoli e azioni darà modo di favorire la circolazione di circa 1.745 miliardi di euro, stagnanti nei conti deposito, creando così nuovi profitti.