I fondi comuni di investimento sono uno degli strumenti preferiti tra gli investitori italiani. Vengono gestiti normalmente dalle cosiddette società di gestione del risparmio investendo in modo unitario il patrimonio raccolto tra i vari risparmiatori, in attività finanziarie diverse. Ai fondi comuni d’investimento pur attirando diverse critiche, vengono riconosciuti diversi pregi.
Cosa sono i fondi comuni di investimento
Per Fondo d’Investimento o Fondo Comune s’intende un patrimonio autonomo suddiviso in quote di pertinenza di una pluralità di partecipanti. Il Fondo viene gestito nello stesso modo per tutti i partecipanti, e può essere raccolto mediante una o più emissioni di quote. L’investimento in fondi si concretizza con l’acquisto di un certo quantitativo di quote, il cui valore è soggetto ad oscillazione, in funzione dell’andamento degli investimenti in cui il patrimonio fondiario viene impiegato.
La società che gestisce il fondo viene detta società di gestione del risparmio o nota con l’acronimo SGR, raccoglie le quote tra gli investitori per mezzo di promotori finanziari. Così facendo è in grado di investire diversificando, in modalità che spesso un piccolo azionista non riesce a raggiungere.
Gli investimenti si compiono in modo unitario in diverse categorie di attività finanziarie quali:
- azioni
- obbligazioni
- materie prime
- così via
Come vengono classificati i Fondi di Investimento?
I fondi comuni di investimento si possono classificare in base agli strumenti su cui investono. Pertanto in base dell’area di intervento, possono essere:
- fondi azionari, che investono maggiormente in titoli azionari
- fondi obbligazionari, se si concentrano prevalentemente sui bond
- fondi bilanciati, che interessano sia azioni, che obbligazioni in percentuali variabili verso l’una o l’altra categoria
- fondi monetari, indirizzati sul mercato monetario
Possiamo identificare all’interno di questa suddivisione, ulteriori specifiche. E’ presente quella quella detta geografica o settoriale. Vale a dire che “azionario Europa”, sarà incentrato sui titoli azionari europei. Un “obbligazionario high yield” invece, sui bond di un determinato rating.
Ognuno di questi Fondi d’Investimento avrà di conseguenza un suo indice elaborato da soggetti terzi con il quale confrontare le performance (benchmark). Da notare che per quanto concerne i fondi di diritto italiano, è obbligatorio indicare questo parametro in tutta la documentazione rivolta al pubblico.
Come avviene la tassazione sui Fondi di Investimento?
In merito alla tassazione applicata ai Fondi di Investimento sono da considerare l’incremento di valore e i proventi che vengono tassati al 26% al pari di fondi comuni esteri armonizzati. Se degli stessi sono contenuti Titoli di Stato (e prodotti finanziari equiparati fiscalmente) questa componente arriva al 48,08%.
Quali sono i vantaggi dei Fondi Comuni di Investimento?
Il principale vantaggio di un Fondo Comune o Fondo di Investimento, è dato dal fatto che la società che lo gestisce investe tutto il capitale raccolto tra i risparmiatori in vari strumenti finanziari. Questi vengono individuati nell’asset allocation (ossia l’allocazione del patrimonio totale tra i vari strumenti) stabilita di volta in volta dal gestore. Notiamo quindi un vantaggio di diversificazione, che altrimenti non sarebbe possibile per un singolo risparmiatore che non avrebbe di certo così elevate disponibilità.
Un altro vantaggio che potrebbe godere un investitore in fondi comuni è quello derivante dal mandato che dà al gestore del fondo di amministrare il suo denaro. Un professionista, infatti, ha capacità, formazione ed esperienza per prendere decisioni più vantaggiose e dovrebbe quindi saper battere il mercato (ossia registrare rialzi maggiori del benchmark in momenti di mercato rialzista, soffrire perdite minori in fasi di mercato ribassista o/e ancora mantenere più costanti le performance in fasi di volatilità molto accentuali).
Uno dei punti a favore dei fondi è poi legato alla distinzione tra capitale della società che gestisce in fondo e patrimonio del fondo stesso. Che è quindi inattaccabile dai creditori dell’istituzione che amministra lo strumento in caso di problemi aziendali. A vigilare su questa caratteristica ci sono organismi deputati al controllo come Banca d’Italia e Consob.