Cosa prevede il contratto di cessione dei diritti d’autore: modello fac-similie
Nel settore terziario dell’editoria italiana sempre più contratti vengono sviluppati secondo la normativa che prevede il contratto di cessione dei diritti d’autore.
Tutti gli operatori quindi che si trovano nel mondo della pubblicità, del marketing e del giornalismo dovrebbero iniziare a conoscere questa tipologia contrattuale.
Per accedere al contratto di cessione dei diritti d’autore, non si richiedono dei requisiti particolari in termini fiscali in quanto tale contratto, insieme alla ritenuta d’acconto, sono ormai forme di lavoro maggiormente quotate da quei lavoratori che non sono dotati di Partita IVA.
Cessione dei diritti d’autore: chi sono i soggetti e come è il contratto
Il contratto di cessione dei diritti d’autore viene usato da tutti gli operatori digitali e non che operano generalmente nell’indotto dell’editoria cartacea e web. Giornalisti, Traduttori, scrittori autori, e sempre più figure specializzate sono legati a contratti di cessione dei diritti d’autore.
Nella fattispecie tale diritto configura essenzialmente l’onere dell’imprenditore a pagare l’ingegno e il lavoro prestato dal lavoratore ovvero il diritto d’autore.
Tale contratto è per natura molto versatile, di fatto non vincola nessuna delle due parti, imprenditore e lavoratore a obblighi particolari, come ad esempio la collaborazione esclusiva che invece deve essere contrattualizzato in altro modo.
Il prestatore di lavoro è libero di prestare lavoro neglio orari e nella sede a lui può comoda, difatti non è obbligata nemmeno la presenza fisica presso qualche ufficio.
Il contratto di cessione dei diritti d’autore non è però un contratto di lavoro paragonabile al contratto subordinato o un contratto di lavoro autonomo. Nella cessione dei diritti d’autore il prestatore di lavoro sta di fatto prestando un servizio di ingegno in cambio di un corrispettivo economico stabilito prima dell’esecuzione del lavoro.
Troviamo disciplinato tale disciplina contrattualistica all’interno dei codici di diritto commerciale che nella fattispecie è regolata dal codice civile (Libro V art. 2575., e leggi che disciplinano l’editoria l.662/1974)
Come funziona il contratto di cessione dei diritti d’autore
Il contratto di cessione di lavoro funziona in modo abbastanza particolare, l’autore del diritto esegue per conto del cessionario un determinato lavoro concordando anticipatamente le modalità e successivamente si andrà a compilare il contratto il quale deve contenere tutti i seguenti dettagli:
- Dati anagrafici dell’autore (prestatore di lavoro) e i dati della società editrice.
- L’oggetto del contratto ovvero la tipologia di lavoro che dovrà essere realizzata,
- Va specificata la modalità, ovvero quali diritti vengono ceduti ( ovvero è possibile definire se un contratto sarà tipico o atipico?
- Il compenso pattuito per l’attività da svolgere e le relative modalità di pagamento.
Il contratto per la cessione dei diritti d’autore non conterrà quindi dettagli come orari e luogo di lavoro, in quanto con tale contratto si può richiedere la realizzazione dell’opera presso una sede fisica.
Contratto di cessione dei diritti d’autore quale è il trattamento fiscale
Il
contratto dei diritti d’autore segue un trattamento fiscale totalmene diverso
da chi esegue ha un contratto di lavoro subordinato.
Le regole fiscali previste per gli
autori è un corrispettivo monetario che viene pagato all’autore, tale somma è
assoggettata ad una ritenuta (dei diritti d’autore differente dalla normale ritenuta
fiscale) del 20% sulla base imponibile, che viene elevata al 30% nel caso in
cui il soggetto non fosse residente in Italia.
La base imponibile segue le sottostanti regole:
- gli autori con meno di 35 anni, calcolano sulla base imponibile (a cui si applica l’aliquota IRPEF) è pari al 60% del compenso (viene, quindi, prevista una deduzione forfettaria del 40%);
- per gli autori con età pari o superiore ai 35 anni, la base imponibile è pari al 75% del compenso (viene, quindi, prevista una deduzione forfettaria del 25%);
ESEMPIO: un autore, di 45 anni, residente in Italia, recepisca un compenso di 1000 euro lordi per i diritti di pubblicazione di un libro, otterrà il seguente compenso:
(1000×75)/100 = 750 € è la base imponibile.
(750×20)/100 = 150 euro è la ritenuta alla fonte
1000 – 150 = 850 euro è il compenso netto
Ricordiamo anche:
- dal momento che, inoltre, l’utilizzazione economica dell’opera dell’ingegno dell’autore non è immediatamente riconducibile alla prestazione lavorativa, questa tipologia contrattuale non soggiace alla soglia dei 5000 annui prevista per il lavoro occasionale con ritenuta d’acconto.
- Non c’è alcuna applicazione dell’IVA;
- Per quanto concerne le dichiarazioni fiscali (Modello 730 o Modello Unico) i redditi percepiti per i diritti d’autore vengono considerati Redditi da Lavoro Autonomo ed e devono essere inseriti come “altri redditi”. All’interno delle dichiarazioni fiscali bisogna inserire la deduzione forfettaria e la ritenuta alla fonte subìta.
- Ai redditi ottenuti per i diritti d’autore si applica il criterio di cassa e sono considerati nel periodo d’imposta in cui vengono effettivamente percepiti, al momento effettivo del pagamento e non al momento della stipula del contratto.
- Le parti si devono accordare su chi deve corrispondere l’imposta di bollo;
- Il pagamento delle spese per il deposito e la registrazione del contratto sono sempre a carico del Cessionario, ossia del Committente;
- il riferimento normativo da indicare sulla ricevuta è l’articolo 3, comma 4, lettera a) del d.p.r. 633/1972.
INPS: bisogna assoggettare il costo dell’INPS? Quale trattamento contributivo prevede il contratto dei diritti d’autore?
L’INPS è soggetta a imposizione solo quando vi sia un’esercizio perpetuo nel tempo, anche se non esclusivo, di arti e professioni. considerando solo il caso dell’autore stesso e non è valido per gli eredi o altri soggetti passivi che non sono arrivati a godere di tali diritti, si possono configurare i seguenti casi:
- INPGI o altra cassa professionale, per un autore che svolge una professione differente come un professore o un medico che scrive un libro, in tal caso l’obbligo contributivo sussiste nei limiti e sulla base delle regolamentazioni adottate dalle rispettive Casse;
- ENPALS (Fpls): in tal caso, per il calcolo si ottiene applicando una franchigia del 40% sull’ammontare totale dei compensi percepiti. Su tale base contributiva si calcolano i contributi dovuti all’Ex Empals che, regolano l’assicurazione obbligatoria dei lavoratori autonomi, in linea generale sono di solito dovuti dal datore di lavoro che applica una rivalsa sul compenso assegnato al lavoratore (tra il 9,19% e il 10,19%, in base all’importo delcompenso);
- Il lavoratore autonomo non iscritto presso alcun albo, avendo a che fare con redditi qualificati alla stregua di redditi di lavoro autonomo, non sussiste alcun obbligo contributivo nei confronti della Gestione separata INPS;