La mossa per fronteggiare la crisi petrolifera. Il Bahrein emette bond in dollari a lungo termine
Bahrein: nuovi bond in dollari. Il regno del Bahrein sta vivendo una complicata crisi finanziaria, questo è certo. Crisi resa più drammatica dal prezzo del petrolio, ben lontano da quei 90 dollari a barile che garantirebbero solidità allo stato, secondo il Fondo Monetario Internazionale.
Già nel 2018, il Bahrein aveva richiesto un prestito da 10,25 miliardi di dollari ad Arabia Saudita, Kuwait ed Emirati Arabi, pur di non richiedere un prestito internazionale che sarebbe stato sottoposto a ferree regole. D’altro canto, i paesi del Golfo si sono mostrati uniti nel cercare di impedire il default di qualunque stato dell’area, per ovvie motivazioni.
Sukuk a 4,5 anni e obbligazioni in dollari a 10 anni con rendimento superiore di 50 punti base
Dato che il prezzo di acquisto del Brent non accenna a salire, ecco che il Bahrein, con la sua valutazione di classe B da parte delle agenzie internazionali – B+ per Standard & Poor’S e Fitch e B2 per Moody’s– avrebbe deciso di emettere un sukuk a 4,5 anni e obbligazioni in dollari a 10 anni, con la collaborazione della JP Morgan, della National Bank of Bahrain, della Bank ABC, Gulf International Bank, HSBC e Standard Chartered.
Non è ancora dato conoscere l’entità dei bond, ma secondo i fund manager i nuovi bond dovrebbero rendere 50 punti base in più dei bond esistenti, con riferimento al titolo in scadenza nel 2029, cedola 6,75%, che attualmente rende il 7,45%. Di conseguenza, i nuovi bond dovrebbero rendere 8,25%. Un rendimento alto, a causa della sua classificazione junk.
Alti rendimenti, quindi, ma rischi altrettanto alti, se si pensa che a marzo il Bahrein ha sospeso l’emissione di bond a causa della situazione dei mercati finanziari e che le sue riserve valutarie sono inferiori al mezzo milione di dollari.