Accordo sulla Riforma della Prescrizione, ma il Conte Bis spacca la maggioranza e Italia Viva si oppone
Ieri sera a Palazzo Chigi è stato finalmente raggiunto un accordo sulla riforma della Prescrizione voluta da Alfonso Bonafede. Il “Lodo Conte Bis”, chiamato così in riferimento al deputato Liberi e Uguali Federico Conte, ha spaccato la maggioranza: PD, M5S e LeU contro ItaliaViva.
Lodo Conte Bis: cosa cambia
La riforma Prescrizione è stata inserita all’interno della Legge Anticorruzione 2018 e prevede che il decorso dei tempi di prescrizione del reato penale si interrompano a seguito del giudizio in primo grado. L’accordo Conte Bis prevede una netta distinzione tra condannati e assolti, con lo stop del decorrere della prescrizione solo per i primi.
Per gli assolti la prescrizione continuerà a rimanere in vigore.
La novità riguarda le doppie condanne. La prescrizione, come annunciato, si blocca dopo il primo grado di giudizio. In caso di ulteriore condanna, il blocco diviene definitivo, mentre per le assoluzioni in appello sarà possibile recuperare i termini di prescrizione.
Bonafede: “Si parte finalmente. Lunedì riforma del processo penale in Camera dei ministri”
Il ddl sul processo penale arriverà in via straordinaria in Consiglio dei Ministri il prossimo lunedì. Per abbreviare i tempi, si sospetta che la Riforma Prescrizione venga introdotta subito con un decreto legge.
Annibali: “speriamo che lunedì in Cdm non ci sia all’ordine del giorno il lodo Conte Bis”
Italia Viva non ci sta. Il partito di Matteo Renzi continua ad opporsi, chiedendo il rinvio della discussione di un anno.
“Noi non siamo d’accordo sul merito e speriamo che lunedì in Consiglio dei ministri non ci sia all’ordine del giorno un decreto legge con il lodo Conte bis. La prima votazione sarà in commissione alla Camera la prossima settimana con il mio lodo come emendamento al decreto legge milleproroghe. Poi, sempre alla Camera, ci sarà la votazione sul ddl Costa”, ha dichiarato la renziana Lucia Annibali al termine del vertice a Palazzo Chigi.
In Senato tutti i nodi verranno al pettine: la maggioranza rischia di non avere i numeri senza l’appoggio di ItaliaViva.