Pensioni di garanzia, apertura del governo. Sindacati soddisfatti
Si è conclusa ieri la prima giornata di lavori di Cgil, Cisl, Uil e Ministero del Lavoro sulle pensioni di garanzia. L’obiettivo? Garantire un assegno contributivo minimo ai giovani entrati nel mondo del lavoro dopo 1996.
Il Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, concorda con i sindacati sulla necessità di un intervento tempestivo e apre alla proposta di una pensione contributiva di garanzia che valorizzi non solo i periodi di effettivo lavoro svolto da chi è entrato nel mercato dopo il 1996, ma anche i periodi di disoccupazione involontaria, di studio o di cura della famiglia.
L’assegno, sostiene la Cisl, non dovrà mai essere inferiore ai 780€, per garantire a tutti un tenore di vita dignitoso. Il problema, come sempre, è trovare le risorse.
Pensione Contributiva: le origini
L’obiettivo, in poche parole, è integrare alla pensione totalmente contributiva, una contribuzione figurativa finanziata dalla fiscalità generale. Un cambiamento significativo, quello proposto dal Tavolo di lavoro in questi giorni, in netto contrasto con la Riforma Dini del 1995, la quale calcola la pensione esclusivamente sul metodo contributivo, ovvero sulla base dei contributi versati dai singoli.
Già nel passato ventennio, la riforma sembrò radicale e penalizzante se confrontata con il metodo retributivo in vigore sino al 31 dicembre 1995, che fondava l’importo pensionistico su una media della retribuzione percepita negli ultimi anni di lavoro.
Perché é necessaria una nuova riforma delle pensioni?
All’epoca, ovviamente, nessuno avrebbe potuto prevedere il netto peggioramento delle condizioni lavorative. Così, ad oggi, ci troviamo con un sistema pensionistico anacronistico ed inattuabile che non garantirebbe ai giovani nemmeno un assegno di sussistenza.
Il tavolo di lavoro sta, quindi, raccogliendo diverse proposte che dovranno essere vagliate dalla Commissione di esperti voluta dal ministro Catalfo che, oltre alla valutazione dell’impatto delle proposte elaborate ai tavoli, dovrà individuare delle linee di indirizzo e di interventi di riforma generale delle pensioni post Fornero.