Continuano a tenere banco le ipotesi di aumento dell’Iva. Ecco per chi l’IVA aumenterà del 25% e da dove nasce questa situazione.
L’aumento dell’Iva è una clausola di salvaguardia che è stata utilizzata dall’Italia per ottenere maggiore flessibilità con l’Unione Europea. Una clausola di salvaguardia è una procedura che scatta quando il rapporto deficit PIL non è quello che era stato previsto con la legge finanziaria.
Quindi, le clausole vanno disinnescate di anno in anno, in base a quella che è la congiuntura economica. Secondo Massimo Garavaglia, vice ministro dell’economia del governo giallo verde e rappresentante della Lega, l’Iva aumenterà nel 2020 ma ci sarà la possibilità per alcune persone di scaricarla nel 2021 se ci saranno alcune condizioni.
Le condizioni
Quali sono queste condizioni? L’assenza di un governo stabile al momento dell’approvazione della legge finanziaria Potrebbe comportare lo scatto della clausola di salvaguardia della aumento dell’Iva. Quindi, si passerebbe dal 22% di oggi al 25,2% a partire dal 1° gennaio 2020.
Per il vice ministro dell’economia Garavaglia questa è da considerare già una realtà, anzi. Ci sarà pure un aumento dell’aliquota agevolata, ovvero dell’Iva applicata sui prodotti di prima necessità, che passerà dal 10 al 13%.
Questa situazione porterà anche un aspetto positivo: infatti, per disincentivare l’evasione fiscale, chi pagherà con la carta di credito o con altro sistema tracciabile, potrà scalare l’Iva pagata nel 2020 al momento della dichiarazione dei redditi nel 2021.
L’aumento dell’Iva non è da considerare così scontato. Garavaglia è sicuramente una fonte affidabile, ma non tiene conto di quello che può accadere con la crisi di governo. Infatti, non si sa ancora se si andrà a elezioni, oppure se si troverà un accordo tra PD e Movimento 5 Stelle.
Se si riuscisse a trovare un’intesa o un qualsiasi Governo, allora l’Italia sarebbe da considerare stabile, quindi si potrebbe fare una manovra finanziaria per evitare l’aumento dell’Iva, che è la clausola di salvaguardia più odiosa.