Al giorno d’oggi ci si potrebbe domandare se sia più conveniente scegliere un tasso fisso o variabile. Se si vanno a guardare i dati relativi al terzo trimestre del 2022, si può notare come il mercato immobiliare italiano sia andato meglio del previsto. In tutto, si sono registrate 175.268 compravendite. Rispetto lo stesso periodo, ma nel 2021, si ha avuto un aumento dell’1,7%. Se si tengono in considerazione i primi nove mesi del 2022, l’aumento è del 7,4%. Di certo, il mercato immobiliare italiano risente comunque sia della crisi economica che dell’aumento del valore del denaro. Questa situazione emerge quando si nota che tutte le vendite che prevedevano mutui sono in calo. Al giorno d’oggi si tende a comprare per riuscire a tenere da parte i risparmi personali, al fine di fronteggiare l’inflazione a doppia cifra. Si cerca quindi di investire in immobili, così da dismettere liquidità. Ecco che si può avere un comfort abitativo maggiore, oppure avere dei rendimenti nell’attesa che l’inflazione vada ad erodere il potere d’acquisto.
Tasso fisso o variabile: qual è la scelta migliore
I dati hanno reso evidente il fatto che il mercato immobiliare sia in ripresa. In particolar modo, se si guardano i capoluoghi di provincia. Nel periodo della pandemia, molte famiglie italiane erano alla ricerca di abitazioni più spaziose, ma adesso il trend si è modificato. Si cerca infatti un’abitazione in città, in quanto queste realtà danno più prospettive sul futuro, anche dal punto di vista dei rendimenti. Di fatto, le famiglie che investono sono quelle che hanno da parte sufficienti risparmi che consenta loro di comprare senza mutuo. Questo grazie alla vendita dell’immobile in cui hanno vissuto fino a quel momento. Bisogna anche dire che ci si trova in un buon momento storico per accedere a un mutuo a tasso fisso.
Tasso fisso o variabile: ecco perché conviene il primo
Spesso nel mercato immobiliare la tendenza è legata all’andamento del mutuo. Da questo punto di vista, nel mese di novembre c’è stato dell’ottimismo, in particolar modo per il tasso fisso. È vero infatti che l’Eurirs, ovvero il parametro di base che consente di dare un valore ai finanziamenti a tasso fisso, ha assistito a una discesa netta. Per fare qualche esempio, basti pensare al caso in cui il 1° dicembre una persona acceda a un mutuo dal valore di 150 mila euro nell’arco di 30 anni. Con il tasso fisso e spread a 1,5%, la rata fissa tendenziale va dai 557 euro ai 675 euro rispetto l’inizio dell’anno. Sebbene si noti un aumento, se si pensa che il mese precedente il tasso ero a 716 euro, si può capire quanto ci sia risparmio. Bisogna anche tenere in conto il fatto che tutti i mutui a tasso variabile sono, al momento, in aumento. Questo perché l’Euribor è cresciuto di valore. Si tratta di un parametro che fa da base ai mutui variabili. Prendendo di nuovo ad esempio il mutuo per trent’anni da 150 mila euro, allora si avrebbe avuta una rata da 668 ero. Questo al 1° dicembre, così da eguagliare quella che tiene in conto il finanziamento a tasso fisso.