Con lo scoppio del conflitto tra Russia e Ucraina, si è tornato a parlare ancora una volta dei potenziali rischi di una centrale nucleare. Soprattutto negli ultimi giorni aumenta la tensione perché i russi sono riusciti a conquistare, già da tempo, la centrale di Zaporizhzia. E, purtroppo, ogni mossa è del tutto imprevedibile. Così la discussione si è fatta più accesa e sono molti coloro che si domandano che cosa dovesse accadere nel territorio italiano se ci fosse un’esplosione proprio all’interno dell’impianto. Non è la prima volta che si affronta un argomento del genere, specialmente da quando è iniziata l’invasione della Russia nel territorio ucraino. Bisogna infatti ricordare che, il primo giorno di invasione, i russi hanno deciso di prendere il controllo della centrale di Charnobyl. Dopo alcune settimane, poi, hanno deciso di impossessarsi di un altro stabilimento nucleare noto per essere il più grande di tutta Europa. Si tratta, per l’appunto, di Zaporizhzhia.
Centrale nucleare: la conquista di Zaporizhzhia
Quando la centrale nucleare più importante in Europa è stata presa dalla Russia, è accaduta a seguito di un bombardamento. Questo ha provocato un incendio che, secondo il capo del Dipartimento di Fusione e Tecnologia per la Sicurezza Nucleare di Enea, Alessandro Dodaro, ha spiegato che non si tratta di qualcosa di preoccupante. L’incendio era infatti scattato a partire da uno stabilimento ausiliario, e non dove c’è attività nucleare. Non essendoci alcuna struttura collegata, non è accaduto niente di particolarmente rischioso. È però vero che coloro che ricordano il 1986 e le minacce di Putin circa la possibilità di una guerra nucleare, sono state colte dal terrore e dallo sconforto. Ancora una volta, per placare gli animi, ci pensano le dichiarazioni di Dodaro che ha più volte dichiarato che ad oggi la situazione non è la medesima della Chernobyl di quasi 40 anni addietro. Bisogna ammettere che sono migliorati i sistemi di sicurezza di tutte le Nazioni che prevedono l’utilizzo di centrali nucleari.
Centrale nucleare: da dove proviene il problema?
Risulta essere chiaro a chiunque che se un missile dovesse andare a colpire il nucleo di un qualsiasi reattore nucleare, si verificherebbe una fuga di sostanze radioattive all’esterno. La questione più importante, però, risulta essere ciò che avviene all’interno della centrale nucleare. Il pericolo più grande è infatti quello di non avere il controllo dello stesso reattore che raggiungerebbe uno stato ipercritico. Se si prende ad esempio il caso della centrale nucleare a Chernobyl, il nocciolo ha perso il controllo perché si era verificato un problema a livello tecnico. Le conseguenze catastrofiche che tutti conoscono erano dovute al fatto che il nucleo non possedesse una barriera consona a contenere lo scoppio.
Ad oggi le centrali nucleari hanno un sistema di sicurezza automatico che consente di attivare delle barre di controllo. Queste si infilano nel reattore stesso e sono in grado di spegnerlo. Il sistema si chiama Scram. Qualora dovesse verificarsi un bombardamento, allora le strutture si potrebbero distruggere e, come conseguenza, si avrebbero delle spaccature. Da questa situazione potrebbe accadere che avvengano delle fighe di materiale radioattivo. È però vero che il nocciolo dovrebbe comunque essere in grado di reggere l’urto, o in alternativa spegnersi, per effetto delle barre di controllo.