Il settore petrolifero sembra non conoscere la crisi. In un periodo incerto come quello attuale, le big oil registrano invece dei profitti da record. Rispetto l’anno scorso, l’utile del terzo trimestre di BP è più che raddoppiato. Si parla di un aumento di 8,15 miliardi di dollari. L’andamento positivo è dovuto a uno scambio importante di gas naturale. Allo stesso tempo BP ha allargati di 2 miliardi e mezzo di dollari i riacquisti di azioni, a seguito delle richieste crescenti per aumentare le tasse all’interno del settore petrolifero. L’impresa che ha sede a Londra adesso si unisce ad altri rivali come Exxon Mobil, Shell e TotalEnergies. Le società non solo hanno registrato dei profitti da record, ma hanno anche visto pagare agli azionisti un tetto massimo di 29 miliardi di dollari. Nel frattempo Joe Biden, presidente degli Stati Uniti, ha richiesto a tutte le compagnie petrolifere più importanti di fermare il guadagno bellico. Ha inoltre minacciato le società che registrano profitti eccezionali di colpirle con una tassazione più alta.
Settore petrolifero: quanto valgono i profitti
Le società più importanti del settore petrolifero e del gas hanno guadagnato prezzi da record durante gli ultimi mesi. Questo ha portato a un aumento del costo delle materie prime: è accaduto a seguito dell’invasione della Russia in Ucraina. Insieme a BP, altre grandi società petrolifere quali TotalEnergies, Shell, Chevron ed Exxon hanno avuto un totale di profitti pari a circa 50 miliardi di dollari. Questo soltanto nell’ultimo trimestre. Più nello specifico, ExxonMobil ha riportato un profitto di quasi 20 miliardi soltanto la scorsa settimana. Chevron e Shell, invece, hanno riportato il secondo più alto profitto in tutta la loro storia: si tratta, rispettivamente, di 11,2 miliardi di dollari e 9 miliardi e mezzo. Le cinque società più importanti del settore petrolifero hanno pagato gli investitori con cifre da record, ovvero 29 miliardi di dollari tra acquisti di azioni e dividendi. Questo stando ai calcoli di Reuters. I risultati che si sono registrati durante l’ultimo trimestre del 2022 vanno a riflettere il rendimento continuo delle big oil che sono state anche in grado di sapersi reinventare costantemente. A dichiararlo è stato Bernard Looney, il CEO di BP. In più, aggiunge che l’obiettivo delle società petrolifere è quello di restare concentrati per essere in grado di dare una soluzione al “trilemma” dell’energia. In altre parole, si cerca di avere energia conveniente, sicura e a basse emissioni di carbonio. Se da un lato si fornisce gas e petrolio in tutto il mondo, dall’altra si fanno investimenti per velocizzare la transazione energetica. Ad oggi le quote delle azioni della BP sono aumentate dell’11%. Se si tiene in conto l’inizio dell’anno, il prezzo azionario ha avuto un aumento del 45%.
Settore petrolifero: aumento delle tasse per i profitti da record
I profitti registrati dalle grandi società del settore petrolifero hanno fatto in modo che aumentassero delle nuove richieste. Nello specifico si tratta di Regno Unito e Stati Uniti che hanno deciso di tassare ulteriormente il settore. Ne ha parlato Joe Biden che ha minacciato di aumentare le tasse per tutti i profitti negli Stati Uniti dal punto di vista petrolifero. L’obiettivo è quello di non aumentare la produzione all’interno degli USA , al fine di ridurre il costo del petrolio. Per quanto riguarda il Regno Unito, la BP ha intenzione di pagare 2 miliardi e mezzo di dollari di tasse rispetto tutta la produzione di gas.